Nelle serie televisive che stiamo divorando in questo periodo spesso c'è qualcuno in ginocchio, con le mani legate dietro alla schiena, che implora di non essere ucciso. Quasi sempre non viene ascoltato, l'uomo in piedi (raramente una donna) di solito fuma, parla lentamente, è affascinante e spietato, dice cose ironiche, poi spara. Test psicologico: chi immaginiamo di essere tra i due? Di solito quello in piedi, per il motivo banale che sopravvive, come noi. Questi tempi speciali però ci possono aiutare a cambiare prospettiva: e se fossimo noi quelli in ginocchio? Improbabile. E poi perché qualcuno ci dovrebbe sparare? Difficile, ma può accadere altro. Per esempio sta accadendo che siamo noi quelli che vengono rimandati indietro alla frontiera e anche quelli che assaltano i supermercati. Che poi non è nemmeno una cosa del tutto nuova. È passato poco più di un secolo da quando cani e italiani non erano benvenuti nei bar d'oltreoceano. E allora mettersi dalla parte di quello in ginocchio con le mani legate dietro la schiena può essere utile. In fondo la Campana a ogni rintocco ci chiede di guardare le cose da un altro punto di vista, di metterci dalla parte dei più deboli. “Cambiamo prospettiva se vogliamo cambiare il mondo” sembra dire. Stare chiusi in casa ci può aiutare a capire che non siamo sempre noi quelli con la pistola. Orecchie aperte alle 21.30.

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