Il meglio è nemico del buono. Non tutte le nonne quando lo dicono sanno che si tratta di un principio scientifico, o forse sì. Per esempio “un gioco è una serie di strategie da seguire. L'equilibrio si verifica quando nessuno riesce a migliorare in maniera unilaterale il proprio comportamento. Per cambiare, occorre agire insieme”. Non è un auspicio, è un teorema che un matematico ha elegantemente dimostrato 70 anni fa. Nel 1994, dopo avere verificato che l'applicazione portava profitti, gli hanno dato il Nobel per l'economia. Poi si sono dimenticati di controllare se funzionava anche in politica. Però hanno girato un bel film biografico sul genio maledetto, e ora sappiamo tutto sulla sua schizzofrenia e su quanto amasse la moglie. Rimane da capire perché, se la teoria dei giochi cooperativi di John Nash è valida, non si possa davvero provare a fare contemporaneamente “il meglio per sé e per gli altri”, puntando a una situazione dove nessuno ha interesse a modificare le proprie scelte, perché più di quello che ha non può ottenere. Il problema forse è che il singolo non può raggiungere il massimo, si deve accontentare di un buon risultato. La Campana è la differenza tra il meglio, che sembra sempre a un passo ma resta appannaggio di pochi, e il buono, possibile per tutti. Orecchie aperte alle 21.30.

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