A Napoli quando qualcuno è felice paga due caffè: uno per se e uno per il prossimo cliente. A volte c'è bisogno di condividere una gioia, anche con uno sconosciuto. Di solito chi arriva dopo non lo sa e paga pure lui. Però ogni tanto si affaccia qualcuno che vorrebbe proprio un caffè e non se lo può permettere: “C'è un sospeso?”. In questi giorni non solo a Napoli, dove comunque partono avvantaggiati, sono comparsi cesti pieni di generi di prima necessità, compreso il caffè. Qualcuno è appeso con una cordicella a un balcone, come quando mille anni fa le nonne calavano la cesta per tirare su la spesa. Svoltando per certi vicoli ci si può imbattere in un cartello: “Chi non ha prenda, chi ha metta”. Se sei povero è facile, prendi, ma se non lo sei, anche se non sei ricco, devi frugarti nelle tasche e capire se possiedi qualcosa di cui non hai bisogno. Si tratta in fondo di ridefinire le priorità, e su questo la Campana lavora da qualche decennio. Il vino buono piace a tutti, e se te lo sei guadagnato è anche giusto che tu te lo goda. La seconda bottiglia però si può lasciare nel cesto. Che poi in fondo è un gesto egoistico, perché l'endorfina schizza e finisce che ti senti meglio tu. Orecchie aperte alle 21.30.

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