Carlotta è stanca di sentirsi chiedere “perché sei partita?”. Da quando è andata in Thailandia è la domanda che gli è stata rivolta più volte. Lei ha spiegato che lo shock culturale è stato consistente, ma era più forte la voglia di “mettere tutto in gioco”. Ha raccontato di come ha imparato a togliere le scarpe prima di entrare in casa, a inchinarsi per salutare le persone, a sopportare il caldo e ad amare il cibo piccante. Ha descritto il processo al termine del quale tutto diventa normale e il momento in cui l'altro diventi tu. Ma niente, continuano a chiederle “perché sei partita?”. Per aiutarla a rispondere nel 2015, proprio il 3 maggio, l'associazione Intercultura ha scelto di celebrare al Colle i suoi cento anni. Una scelta naturale per chi si concentra su quello che unisce le culture e insegna ad accogliere quello che le caratterizza. Nel 1915 in Francia un gruppo di volontari fondò un'associazione umanitaria per soccorrere i feriti in battaglia senza guardare il colore della divisa. Da lì nasce Intercultura. Cento anni dopo non ci siamo stancati di combattere guerre contro chi ci sembra troppo diverso. E pensare che c'è ancora chi chiede a Carlotta “perché sei partita”. Orecchie aperte alle 21.30.

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