I granata l'hanno imparato subito. Era il primo campionato nazionale di calcio, l'8 maggio del 1898, e già perdevano in finale col Genoa. Secondi su quattro, buon risultato. Perdere con eleganza è il massimo che può fare la maggior parte di noi: provare a essere primi e accettare di arrivare secondi.

Accogliere positivamente anche risultati parziali, e procedere verso l'obiettivo. Come avviene al Colle. Ci piace quando nei film l'eroe taglia il traguardo e l'antagonista applaude perché ha capito che non poteva raggiungerlo, solo che di solito ci identifichiamo con l'eroe, che è pure più bello. In questo periodo non si può vincere, ma si può imparare ad arrivare secondi senza prendersela con nessuno. Non sarà colpa dei savi di Sion se ci sarà meno lavoro, non dipenderà da un complotto internazionale se qui l'economia ripartirà più lentamente che in Germania, e se piove Palazzo Chigi di solito non centra niente. Nella fase 2, e in quelle successive, puntiamo su di noi, non contro qualcun altro. Proviamo ad arrivare secondi, che già non sarebbe male, poi nel finale tentiamo lo sprint, non si sa mai. Magari quando nessuno se lo aspetta viene fuori il Grande Torino. Orecchie aperte alle 21.30.

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