Una giornalista statunitense di origine cinese ha fatto una domanda sul Covid al capo della Casa Bianca. A lui non sono piaciute né lei né la domanda. Ha liquidato entrambe con un generico «chiedi alla Cina». Indignazione generale, fine della conferenza stampa. Negli ultimi mesi Trump ha cominciato a chiamare il coronavirus chinese flu, per insinuare, poco velatamente, che ci siano responsabilità di Pechino nella diffusione della pandemia. In concomitanza con il dispiegarsi della strategia comunicativa, negli Usa gli episodi di razzismo contro gli asioamericani sono sensibilmente aumentati, al punto da spingere l'Fbi a parlare di «allarme». Le cose non diventano vere solo perché le dicono persone che ricoprono importanti ruoli istituzionali, però le conseguenze spesso sono reali. Anche in Italia il “dagli al cinese” era diventato uno sport nazionale, poi l'attenzione si è spostata sui rider, che circolano liberamente per portarci la pizza in tempo per la cena. C'è curiosità e attesa per la scelta della prossima categoria di untori. Prendersela con qualcun altro è molto facile, il difficile è mettersi in gioco. Ricominciamo da noi, c'è un mondo da rimettere in moto. Orecchie aperte alle 21.30.

Iscriviti alla nostra newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione