ACCADE AL CONSIGLIO D’EUROPA
TRATTA DI ESSERI UMANI AI CONFINI DELL’UCRAINA

 

Sembrano persone affettuose, rassicuranti. Si mettono sui bordi delle strade e adescano le mamme che fuggono dalle bombe con i bambini in braccio, senza più cibo per sfamarli. Fino a due mesi fa sarebbe stato l’incipit di un romanzo melenso, ora è diventata la realtà, di nuovo. Sta succedendo ai confini dell’Ucraina, dove i rifugiati arrivano stravolti dalla fatica, con le deflagrazioni delle bombe nelle orecchie, e negli occhi le macerie delle loro città, della loro casa. Obiettivi facili, specialmente i più piccoli, che qualche volta sono fuggiti da un orfanotrofio durante un attacco e quando la polvere si è posata non hanno trovato più un assistente, un infermiere, un parente. Nessuno. In queste situazioni ci sono persone, umani come noi, che invece di aiutarli rapiscono i piccoli. Si chiama tratta di minori, e non è una cosa nuova, non è mai stata interrotta in alcune zone del mondo, ora è di nuovo sotto gli occhi di tutti, dietro casa nostra.

Le persone in fuga sono fisicamente e psicologicamente deboli, non conoscono l’ambiente in cui arrivano e sono fortemente a rischio di diventare preda dei criminali

Il «Gruppo di esperti sulla lotta contro la tratta di esseri umani del Consiglio d’Europa» (Greta) ha avvertito del pericolo, sottolineando che quello in corso è il flusso di rifugiati in Europa più consistente dalla seconda guerra mondiale. In meno di un mese, circa tre milioni di persone sono state costrette a fuggire dall’Ucraina per rifugiarsi inizialmente nei Paesi confinanti e poi nel resto del continente. Si stima che il 90 per cento sia rappresentato da donne e bambini. La segretaria generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejčinović Burić, ha confermato che le donne e le ragazze giovani sono estremamente esposte al rischio di violenze sessuali e ha promesso agli Stati membri sostegno nell’assistenza ai rifugiati.

Giornalisti e volontari presenti sul campo hanno segnalato su casi sospetti di tratta di esseri umani. In alcuni Paesi, Organizzazioni non governative specializzate distribuiscono volantini ai rifugiati, avvertendoli dei rischi che correrebbero accettando trasporto o alloggio da parte di sconosciuti, e informandoli su come richiedere aiuto o segnalare casi sospetti ai servizi telefonici di assistenza nazionali esistenti per le vittime di tratta.

Quello in corso è il flusso di rifugiati in Europa più consistente dalla seconda guerra mondiale

Secondo Helga Gayer, presidente del Greta: «Occorre intraprendere delle misure urgenti per rinforzare il coordinamento alle frontiere e nelle strutture di accoglienza così come per garantire il censimento preciso dei rifugiati e il loro accesso ai documenti necessari, ai permessi di soggiorno e ai servizi essenziali». Le persone in fuga dalla guerra, ha aggiunto, «sono fisicamente e psicologicamente deboli, non conoscono l’ambiente in cui arrivano e sono fortemente a rischio di diventare preda dei criminali. Le strutture di accoglienza devono assicurarsi che i rifugiati vengano informati dei loro diritti, in una lingua che comprendono, e che ricevano un sostegno psicologico e materiale. Le autorità devono adottare delle misure per prevenire le offerte fraudolente di trasporto, alloggio e lavoro e devono rinforzare i protocolli per la sicurezza dei minori non accompagnati in collaborazione con il sistema nazionale di protezione dell’infanzia».

Le strutture di accoglienza devono assicurarsi che i rifugiati vengano informati dei loro diritti, in una lingua che comprendono, e che ricevano un sostegno psicologico e materiale

Ancora una volta la situazione è drammaticamente chiara: in una crisi c’è chi aiuta e chi pensa a un guadagno immediato, anche calpestando la dignità delle persone, a volte la loro stessa vita, sempre sfruttando momenti di debolezza assoluta, una specialità dei vili. Dovremmo ricordarcelo quando definiamo “disumano” qualche scempio. Purtroppo non lo è. Lo sfruttamento dei propri simili è «umano, troppo umano», direbbe un filosofo spesso frainteso. Anche la solidarietà, però, è umanissima. Si tratta di scegliere, e di avere gli strumenti per farlo.

Organizzazioni non governative distribuiscono volantini ai rifugiati, avvertendoli dei rischi che correrebbero accettando trasporto o alloggio da parte di sconosciuti

Gli analisti del «Financial Times», insieme ad altri opinionisti di chiara fama, sostengono che bisogna investire di più sugli armamenti per proteggerci dalle invasioni. Se è vero lo sapremo tra qualche decennio, quando gli esperti non saranno più reperibili per essere messi di fronte alle conseguenze dei loro consigli. In ogni caso, visto che sono quasi tutti d’accordo, assisteremo a un incremento importante delle spese per gli armamenti. Ma più soldi per i cannoni significa quasi sempre meno soldi per la cultura, e la cultura è lo sguardo che l’umanità ha sul mondo e sui propri simili. Quando i nostri confini saranno blindati, chi ci difenderà da noi stessi se non saremo più capaci di distinguere tra una preda e un bambino in difficoltà?

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