ACCADE ALL'ONU
L'ISTRUZIONE È LO STRUMENTO MIGLIORE PER FERMARE I CONFLITTI

 

È bello non sentirsi soli, sapere che ci sono persone che lavorano per lo stesso fine, per esempio per «fornire all’umanità un’istruzione superiore per la Pace con l’obiettivo di promuovere tra tutti gli esseri umani lo spirito di comprensione, tolleranza e convivenza pacifica, stimolare la cooperazione tra i popoli e aiutare a ridurre gli ostacoli e le minacce al mondo, in linea con le nobili aspirazioni proclamate nella Carta delle Nazioni Unite». Con la risoluzione 35/55 del 5 dicembre 1980 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha affidato questa missione all’Università per la Pace. Si tratta di un’organizzazione intergovernativa che organizza il suo campus principale in Costa Rica, il primo Paese al mondo ad avere abolito l’esercito unilateralmente. Era il 1949, era appena finita la guerra civile. L’equivalenza tra conflitto e armi sembrava chiara. Via le armi, benvenuta Pace. Ha funzionato.

La Carta dell’Ateneo espone alcuni principi generali che potrebbero essere recepiti da qualsiasi Costituzione, e che non distano troppo da quelli espressi nel Memorandum accolto dai Paesi che salgono al Colle per issare la propria bandiera. In primo luogo la Pace non è un periodo che intercorre tra un conflitto e l’altro, ma un obiettivo che va raggiunto e garantito «attraverso la risorsa più preziosa e più efficace che l’Uomo possiede: l’educazione». A partire da questo principio, però, va rilevato che malgrado ogni Paese sin dalla sua fondazione assuma l’obbligo di garantire una convivenza senza scontri, «finora non si è utilizzato lo strumento migliore per raggiungere lo scopo: l’istruzione».

Sono stati fatti alcuni tentativi che vanno in una direzione diversa, per esempio promuovendo la riduzione degli armamenti. L’obiettivo è certamente da perseguire, ma il metodo può risultare poco efficace se non accompagnato da una educazione al dialogo affiancata dal riconoscimento «dell’importanza centrale della formazione e della ricerca come fondamento della Pace e del progresso e come mezzo prioritario per ridurre il pregiudizio e l’odio su cui violenza, conflitti e terrorismo si fondano».

Insomma le guerre c’erano anche quando non c’erano le armi. Un ignorante che ti tira un sasso in testa per rubarti la cena guadagnata dopo un battuta di caccia al mammut si trova in qualsiasi epoca. Non basta togliere di mezzo le pietre, bisogna spiegare al lanciatore che se ha fame può chiedere per questa sera, e domani si può svegliare di buonora per andare a cercare qualcosa per la cena successiva. Un discorso complicato, che richiede una serie di nozioni diverse. Per questo il compito dell’Università è quello di educare, puntando in particolare «alla diffusione delle conoscenze fondamentali per il pieno sviluppo della persona umana e delle società attraverso lo studio interdisciplinare».

Nessuno però ce la può fare da solo. E anche per questo l’Ateneo, il suo rettore Francisco Rojas Aravena e il suo presidente onorario, il segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres, hanno posto tra i loro obiettivi principali quello di «istituire a livello periferico una serie di strutture che consentano di raggiungere nelle diverse parti del pianeta bacini d’utenza più ampi possibili». La Campana risponde presente. Ogni giorno alle 21.30. Per i più lontani in streaming

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