ACCADE ALL'ONU

 

Due caffè. Uno se siamo in centro seduti a un tavolino. Una spesa di due euro, irrilevante nei bilanci di una famiglia occidentale. Per metà della popolazione mondiale, invece, è il guadagno di una giornata di lavoro. Una cifra che comunque non basta a sottrarsi alla povertà.

Sullo stesso pianeta c'è chi può fare colazione al bar senza badare a quanto spende e chi con gli stessi soldi deve mettere insieme il pranzo e la cena. Secondo le Nazioni Unite «una prolungata mancanza di opportunità di lavoro dignitose, investimenti insufficienti e sottoconsumo portano a un'erosione del contratto sociale di base a fondamento delle società democratiche, secondo cui tutti dobbiamo contribuire al progresso». Succede di solito quando ognuno si occupa del proprio orticello ignorando, o peggio togliendo l'acqua, a quello del vicino. Praticamente il comportamento mediamente più utilizzato negli ultimi secoli da chi poteva permetterselo. Per questo l'Obiettivo 8 dell'agenda 2030 dell'Onu, incentrato sul diritto al lavoro, è una delle sfide principali dei nostri tempi.

La creazione di impieghi «di qualità» dovrebbe essere la priorità dell'economia mondiale, ma finora crescita e dignità non sono andate di pari passo. Ci sono voluti scioperi, manifestazioni, proteste e morti per ottenere un orario di lavoro che non ti mangiasse l'intera giornata. Altre battaglie sono state combattute perché fossero garantite condizioni di sicurezza accettabili, ma da questo punto di vista siamo ancora molto indietro. La strada da percorrere è ancora lunga. Si tratta di favorire una crescita sostenibile creando le condizioni che permettano alle persone di avere impieghi di qualità, presupposto indispensabile per una vita dignitosa.

I dati dicono che non ci siamo. La disoccupazione globale è in crescita, oltre 2 miliardi di persone vivono con meno di 2 dollari al giorno e prima del 2030 dovremo trovare 470 milioni di impieghi per coloro che entreranno nel mercato del lavoro. Ogni Paese avrà parametri diversi, certo, ma è importante che lo sviluppo sia diffuso e proporzionale.

La disoccupazione globale è in crescita e oltre 2 miliardi di persone vivono con meno di 2 dollari al giorno

Per questo al primo punto dell'Obiettivo 8 si sottolinea che occorre «sostenere la crescita economica pro capite in conformità alle condizioni nazionali, e in particolare una crescita annua almeno del 7 per cento del Prodotto interno lordo nei Paesi in via di sviluppo». Non è finita, bisogna anche «migliorare progressivamente l'efficienza globale nel consumo e nella produzione di risorse e tentare di scollegare la crescita economica dalla degradazione ambientale».

Un lavoro dignitoso per tutti e una crescita rispettosa dell'ambiente sono le sfide del nostro tempo

Proteggere l'ambiente è fondamentale, ma non basta perché mentre noi gustiamo un espresso al vetro spendendo l'intera paga di un dodicenne indiano che nel frattempo forse sta cucendo le scarpe con le quali andremo in vacanza, c'è ancora chi è sottoposto al lavoro forzato. La schiavitù è stata abolita, ma non debellata, la tratta degli esseri umani esiste ancora, il lavoro minorile non accenna a diminuire e a questo si aggiunge il reclutamento dei bambini soldato costretti a combattere guerre che nemmeno riescono a comprendere. «Proteggere il diritto al lavoro e promuovere un ambiente lavorativo sano e sicuro per tutti, inclusi gli immigrati, in particolare le donne e i precari» significa vivere meglio tutti, vuol dire guardare i campionati di calcio europei senza essere tormentati dal dubbio che il pallone scagliato elegantemente sotto il sette sia stato cucito da un minorenne pakistano sottopagato da una multinazionale.

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