UNO SGUARDO SUL CONFINE

 

Il pomerio forse non è stato il primo, ma sicuramente è passato alla storia. Quando Remo oltrepassò quel solco, ritenuto dal gemello Romolo un limite invalicabile, fu trafitto da una spada, o una lancia, vallo a sapere. La leggenda ha varie versioni, ma chiarisce perfettamente uno dei significati della parola confine: da questa parte ci sono io, dall’altra tu. Questa però è una visione monca. L’etimo latino di "confine" infatti, contiene certamente il principio del limite (finis), ma lo fa precedere dal prefisso con, che sottolinea proprio la capacità di quella linea immaginaria di "tenere insieme" le due parti che divide.

È sempre una questione di prospettiva. Se è vero che Cesare quando passa il Rubicone in armi lo fa per prendersi quello che c’è dall’altra parte, o che il muro di Berlino viene costruito per evitare la comunicazione tra due zone della stessa città, non si può negare che Marco Polo abbia oltrepassato parecchie frontiere per portare indietro una lettera di Kublai Khan per il Papa, qualche tessuto pregiato e un’esperienza che da quel momento in poi gli avrebbe fatto vedere dietro a ogni straniero una diversità da scoprire. Aprire o chiudere, questo è il dilemma. Dipende dai momenti. Oggi per esempio, molte frontiere sono serrate per evitare che il virus si diffonda. Ma anche in questo non siamo originali. Nell’Ottocento lo Stato Pontificio stabilì un cordone sanitario al confine settentrionale, più o meno tra il Lazio e le Marche attuali, come misura preventiva di isolamento tra comunità colpite da malattie infettive a carattere epidemico. Uno studio di Marco Corradi, storico e animatore della casa editrice Fas di Ascoli Piceno che sta per pubblicare i risultati delle sue ultime ricerche, dimostra che proprio attraverso la "gestione del confine" sia stato possibile arginare l’epidemia. Come oggi.

Una linea immaginaria che separa e al tempo stesso tiene insieme due realtà vicine

Gli steccati possono salvarci la vita o ucciderci, dipende da noi. In Europa la pratica di costruire barriere ha causato qualche decina di guerre tra le quali un paio mondiali. L’idea di abbatterle, che col tempo ha portato all’Unione europea, ha garantito finora una settantina abbondante di anni di Pace. Schengen batte filo spinato tanto a poco.

Dividere, unire, proteggere, salvare, condannare, vivere, morire. Il confine fa tutto questo, lo fa contemporaneamente, dipende da che lato stai, se è aperto, chiuso, ermetico, penetrabile, naturale, artificiale, riconosciuto, imposto. Un concetto sfuggente, che si può piegare a diverse interpretazioni, anche opposte. Il Colle di Miravalle potrebbe essere un buon punto di osservazione dal quale guardarlo.

Le altalene rosa che "abbattono" il muro tra Stati Uniti e Messico

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