I tempi erano ormai maturi per rimuovere Maria Dolens dal bastione Malipiero e portarla a rifondere a Reggio Emilia. Era venerdì 19 maggio 1961, e già dalle 20.30 di quella sera una grande folla attendeva in piazza Rosmini il passaggio del bronzo, così come era stato previsto: ma a causa di un inconveniente tecnico le autorità e la gente attesero invano fino ad oltre la mezzanotte quando sfollarono. L’imprevisto fu causato da un incidente che avrebbe potuto avere tragiche conseguenze. Infatti il bronzo era già stato sganciato dal supporto quando, forse a causa dell’enorme peso, in corrispondenza dei sostegni provvisori, la Campana si staccò improvvisamente abbattendosi al suolo e rimanendo coricata su di un fianco proprio sul bordo del bastione, trattenuta solo da alcune travature in ferro. Per fortuna non vi fu nessun ferito tra i soldati del 1° Reggimento Genieri di Trento incaricati della sua rimozione, che si allontanarono appena in tempo, avvertiti da alcuni sinistri scricchiolii. Finalmente, alle 5.30 del mattino del 20 maggio, Maria Dolens lasciò Rovereto “insalutata ospite”, come titolò il quotidiano “Alto Adige”: «… La folla convenuta in piazza Rosmini era enorme ed attendeva il passaggio del bronzo gigante già dalle 20.30 come era stato comunicato. Ma il bronzo non passava mai. Gli sbandieramenti cominciavano a dimostrarsi inutili. La banda cittadina, dopo aver suonato per delle ore per chiamare e trattenere la folla, se ne andava alle 23 precise. La Campana non c’era ancora! Le autorità convenute da vicino e da lontano, da troppo tempo ormai stavano sul palco in attesa di udire o di declamare discorsi ufficiali, e, stancatesi se ne andavano piano piano alla chetichella. Solamente i pennacchi e le guarnizioni dorate dei carabinieri e dei vigili urbani montavano picchetto in piazza. Dalle 20.30 alle 5 di mattina. Finalmente il grosso carro trainato giungeva in piazza dopo aver superato molti ostacoli.

Ma in piazza non c’era nessuno. Solamente i pennacchi e le guarnizioni dorate. E i genieri stanchi che avevano lavorato in silenzio. E padre Eusebio Jori.

Dopo qualche minuto di sosta Maria Dolens è ripartita per Trento così… alla chetichella … forse qualche mattiniero recandosi al lavoro, l’avrà vista e avrà pensato:

”Sembrava più piccola vista da sotto…”.

E così se ne andata la Campana di Rovereto, a farsi guardare e salutare dalle altre città.».

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