I DATI DI UNICEF E DI MIGRANTES
RECORD DI MIGRANTI NEL 2022

 

La statistica non è quella scienza secondo la quale se uno ingurgita un pollo intero e un altro muore di fame risulta che entrambi ne hanno mangiato mezzo. Per questo con i dati bisogna andarci cauti, leggere bene i numeri, capire veramente quale è il significato delle tabelle e come stanno andando le cose. In particolare su argomenti molto sensibili come quello dei migranti. Una delle fonti considerate più affidabili sull’argomento è quella della Fondazione Migrantes, che ha appena pubblicato il Report 2022 sul Diritto d’asilo. Un’altra è l’Unicef e vale la pena di mettere a confronto i dati forniti negli ultimi mesi.

Secondo Migrantes nel mondo i rifugiati sono 103 milioni, una cifra mai raggiunta prima, pari a un abitante su 77. Più del doppio rispetto a 10 anni fa. Lo scorso anno l’Europa ha accolto oltre 4,4 milioni di profughi ucraini che hanno ottenuto la protezione temporanea. Nello stesso anno l’Ue «ha fatto di tutto per tenere fuori dai propri confini poche decine di migliaia di persone bisognose di protezione provenienti da altre rotte e altri Paesi», si legge nel testo. Secondo l’organismo della Cei «verso la fine di ottobre 2022 la stima minima dei rifugiati e dei migranti morti e dispersi nel Mediterraneo è poco inferiore alle 1.800 unità. Ancora una volta a pagare il tributo più pesante sono coloro che tentano la traversata del Mediterraneo centrale, sulla rotta che porta verso Italia e Malta, dove si sono contati 1.295 morti e dispersi, contro i 172 del settore occidentale e i 295 di quello orientale», segnala il rapporto.

I rifugiati nel mondo sono 103 milioni una cifra mai raggiunta prima. Più del doppio rispetto a 10 anni fa

Va ancora più indietro nel tempo lo studio dell’Unicef. Secondo il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia sono più di 2,4 milioni le persone che hanno attraversato il Mediterraneo dal 2014 a oggi, in fuga da guerre, violenza e povertà, nella speranza di raggiungere l’Europa per una vita migliore. Almeno 23.845 hanno perso la vita in mare. Molti di loro erano bambini. Tanti erano giovani e adolescenti che, il più delle volte, viaggiavano senza i famigliari e non accompagnati da adulti. Nel corso del 2021, oltre 165.500 persone sono arrivate in Europa, tra queste figuravano 23.000 bambini o minori di 18 anni, in condizioni spesso molto difficili. Nei primi 10 mesi del 2022, gli arrivi sono stati più di 116.000. Tra questi quasi 23.000 erano minori che fuggivano da conflitti, insicurezza e povertà, in particolare da Medio Oriente e Nord Africa, Africa Sub-Sahariana e Asia Centrale e Meridionale. Nel 2021, l’allentamento delle misure di contenimento della pandemia da Covid-19 ha permesso la ripresa dei flussi migratori. Al dicembre 2021, poco meno di 100.000 minori rifugiati e migranti risultavano presenti in Italia, Grecia, Bosnia-Erzegov ina, Bulgaria, Montenegro e Serbia, i Paesi più colpiti dall’emergenza, tra questi figuravano quasi 17.000 minori separati dai genitori e non accompagnati da adulti.

Dal 2014 a oggi poco meno di 24.000 persone hanno perso la vita nel Mediterraneo nella speranza di raggiungere l’Europa

Il quadro della situazione è chiaro e non è nuovo: le persone che possono abbandonano i Paesi dove non c’è sicurezza e non c’è lavoro. È sempre successo, cambiano solo le nazionalità dei disperati. La domanda da porsi è una: ci conviene o no condividere il pollo?

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