ACCADE AL CONSIGLIO D’EUROPA
IL 4° VERTICE DEI CAPI DI STATO E DI GOVERNO A REYKJAVIK

 

All’aggressione Russa contro l’Ucraina si risponde «elevando l’Europa e garantendo la Pace e la sicurezza democratica che si hanno quando i diritti di ogni persona vengono rispettati. Questo incontro vi offre l’opportunità di farlo… E non solo a parole, ma anche nei fatti». Prendendo la parola durante la sessione di apertura del 4° Vertice dei capi di Stato e di governo del Consiglio d’Europa, che si è svolto a Reykjavik a maggio, la segretaria generale Marija Pejčinović Burić è stata molto chiara nel chiedere ai leader europei di prendere misure urgenti per invertire un processo che potrebbe portare addirittura al declino della democrazia.

L’Europa si trova di fronte a una scelta importante, ha sottolineato, «possiamo lasciare che le nostre norme vengano meno e vedere l’Europa retrocedere senza controllo. Oppure, possiamo reinvestire in ciò che ha portato del bene a moltissime persone negli ultimi settant’anni… Questa è per voi un’opportunità di stabilire un percorso solido e duraturo per il Consiglio d’Europa». La segretaria generale ha incoraggiato i partecipanti al vertice a promuovere i principi di Reykjavik in materia di democrazia e a sostenere con forza l’adesione dell’Unione europea alla Convenzione europea dei diritti dell’Uomo. Le «norme senza tempo» del Consiglio d’Europa, ha sottolineato, devono essere applicate alle sfide contemporanee, come l’intelligenza artificiale e il cambiamento climatico.

L’appello non è caduto nel vuoto. I capi di Stato e di governo dei 46 Stati membri dell’organizzazione hanno deciso di istituire un Registro dei danni causati dall’aggressione da parte della Federazione russa come primo passo verso un meccanismo di risarcimento internazionale. I leader hanno convenuto inoltre sulla necessità di rafforzare il Consiglio d’Europa e la sua azione in ambito di diritti umani, democrazia e Stato di diritto adottando una dichiarazione sui principi democratici, rinnovando il loro impegno a favore della Convenzione europea dei diritti dell’Uomo e sviluppando strumenti per rispondere alle sfide emergenti in ambito tecnologico e ambientale.

Accogliendo inoltre l’invito a operare immediatamente i leader del Consiglio d’Europa hanno adottato i «Principi di Reykjavik per la democrazia», una serie indirizzi da rispettare in ambiti diversi, tra i quali la libertà di espressione, di riunione e di associazione, l’indipendenza delle istituzioni, l’imparzialità e l’efficacia del sistema giudiziario, la lotta contro la corruzione e la partecipazione democratica della società civile e dei giovani.

In sostanza si tratta di lavorare per la piena applicazione della Convenzione, che a parole è ritenuta da tutti una pietra miliare della protezione dei diritti umani, ma nei fatti non viene rispettata uniformemente. Non si può inoltre dimenticare che questi principi vanno applicati in ambiti concreti, ai quali sono profondamente legati. Tra questi l’ambiente è forse il primo, hanno sostenuto gli esperti, perché proprio un ambiente pulito, sano e sostenibile è essenziale per il pieno esercizio dei diritti umani. L’operato del Consiglio d’Europa in questo ambito deve quindi fondarsi sul riconoscimento politico del diritto a un ambiente sano e sostenibile, facendo leva anche sull’abbondante giurisprudenza elaborata dalla Corte europea dei diritti dell’Uomo.

Ma le sfide da affrontare si moltiplicano e il vertice ha, per questo motivo, definito una serie di altre priorità che devono informare l’attività del Consiglio d’Europa. In cima alla lista c’è l’adesione dell’Unione europea alla Convenzione europea dei diritti dell’Uomo, ma vanno anche implementate nuove norme per proteggere i diritti umani nell’era del digitale online e offline, in particolare nel settore dell’intelligenza artificiale, così come la promozione dei diritti sociali in Europa attraverso la Carta sociale. Ci sono poi alcuni casi specifici, in particolare quello della Bielorussia, per la quale è stata avviata una cooperazione continua con le forze dell’opposizione democratica, nonché con i difensori dei diritti umani, i media liberi e la società civile indipendente.

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