PER CHI SUONA LA CAMPANA - P2

 

L’idea c’era, ma non c’era ancora lo spirito. Bisognava preparare l’animo alla Pace, andare oltre il rancore, stringere la mano al nemico, purificare la memoria. Serviva un gesto concreto, pubblico, simbolico.

Il 19 ottobre 1922 don Rossaro era a Vienna, per un incontro con rappresentanti del Ministero della guerra. I nemici erano diventati uomini e gli uomini tra loro possono parlare, spiegarsi e qualche volta capirsi. Le cose erano cambiate negli ultimi anni ed era arrivato il momento di illustrare ai rappresentanti del Governo della nuova Repubblica confinante il progetto di una Campana della Pace fusa con il bronzo dei cannoni delle nazioni che si erano affrontate nella grande guerra. I funzionari d’oltralpe aderirono, ma offrirono un cannone «in memoria dei soldati austriaci caduti sul nostro fronte». Un passo in avanti, ma ognuno commemorava ancora solo i propri morti.

Diversa era l’impostazione di don Rossaro, secondo il quale le vittime andavano ricordate tutte insieme. Per avviare il percorso proprio durante il soggiorno viennese scelse la Cripta dei Cappuccini come luogo dove compiere il gesto che intendeva mettere fine alle contrapposizioni.

Scendendo nell’antro riservato ai membri della ex casa regnante degli Asburgo, dove dal 1633 avevano trovato l’ultima dimora 12 imperatori e 19 imperatrici e regine, il prete roveretano cercava di trovare un senso agli eventi che avevano sconvolto il mondo con una sequenza di atrocità sconosciuta fino a quel momento. È lui stesso a raccontarlo nel suo diario, sempre con lo pseudonimo di Timo di Leno. Il linguaggio è retorico, ma il senso è chiaro e visionario: l’unica strada percorribile è quella della riconciliazione. «Al cospetto di quelle tombe, Timo del Leno fu scosso da un senso di umana indulgenza e davanti alla storia che fece giustizia, chinò il capo e venerò in silenzio».

Il gesto era compiuto, la memoria era stata purificata, la missione poteva cominciare. La Campana dei Caduti sarebbe nata anche con il bronzo austriaco e dovrebbe suonare una volta al giorno, «nell’ora di notte», alle nove e trenta di sera, per ricordare tutti i caduti, al di sopra delle divisioni nazionali. Il messaggio era pronto, ma c’era ancora da lavorare prima di poter ascoltare il primo rintocco.

 

(continua)

Il doppio sarcofago creato da Balthasar Ferdinand Moll per Maria Teresa e il suo sposo, l’imperatore Francesco I Stefano di Lorena (Vienna, Cripta dei Cappuccini)

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