Un museo di Parigi ha messo in vendita 200.000 biglietti da 100 euro per partecipare a un'estrazione. Chi vince appende in soggiorno un Picasso. Col ricavato si costruiranno pozzi in Camerun. In Olanda qualcuno si è portato a casa un Van Gogh da sei milioni senza nemmeno investire i cento euro del biglietto. Due modi di intendere il possesso che riportano alla domanda: a che serve l'arte? La bellezza ci mette a contatto con qualcosa di superiore spronandoci a migliorare. Una cosa utile. Da oltre un decennio con il teatro, la musica, la fotografia e con altre forme creative la Campana sta riflettendo su questi temi. Peccato che ora la sede sia chiusa perché visitare la mostra “Bellum” di Paolo Aldi avrebbe aiutato a capire che il valore di un'opera è solo in quello che esprime, e che anche se ti porti un quadro a casa quella tela rimarrà comunque di tutti. A chi ha rubato il Van Gogh si può solo dire: “Dagli un'occhiata prima di consegnarlo ai mandanti, magari ti viene in mente di restituirlo”. Per il fortunato che vincerà il Picasso sarà più facile. Essendo già uno che investe cento euro con lo 0,000005 per cento delle possibilità di essere estratto, probabilmente gli basterà guardare il capolavoro da vicino quando glielo consegnano per lasciarlo dov'è. Le idee non si possono possedere, ma solo condividere. Anche questo dice la Campana ogni giorno alle 21.30. Orecchie aperte.

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