Quando sarà tutto finito andiamo a Bergamo. Dovrebbe essere una bella città. Grandi architetture, storia antica, i pronipoti dei 180 valorosi che hanno partecipato alla spedizione dei Mille. Non ci sarà solo l'Atalanta. Bravi ragazzi, grandi campioni, ma non può essere tutto lì. Ci sarà qualcun altro oltre agli urlatori di contumelie antiterroniche, che poi quelli stanno ovunque, come chi pensa che sopra al Rubicone nessuno si sa divertire. Bergamo sarà piena di persone stupende, molte delle quali ora hanno perso i nonni. Quando sarà tutto finito andiamo dove non possiamo arrivare ora, non ad aiutare, quella è una cosa da gente coraggiosa, ma a prendere un caffè. Nella parte alta in mezzo ai monumenti, o in basso dove è tutto più moderno. Oppure sulle mura venete: un patrimonio dell'umanità che nemmeno sapevamo che esistesse fino a quando non è entrato sotto la tutela dell'Unesco. Quando sarà tutto finito scopriamo il nuovo in quello che pensiamo di conoscere già. Per esempio Bergamo, ma poi allarghiamo lo sguardo. Anche questo dice la Campana: “Non fermiamoci alla superficie, guardiamo al fondo nelle cose, superiamo i confini della nostra mente”. Nord, Sud, terroni, polentoni: magari il virus potrebbe contaminare gli stereotipi e farli scomparire. E poi Bergamo è pure vicina. Orecchie aperte alle 21.30

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