A COLLOQUIO CON LA COORDINATRICE DELLA PRESIDENZA ITALIANA DEL CONSIGLIO D’EUROPA
PROMUOVERE I DIRITTI UMANI LA DEMOCRAZIA E LO STATO DI DIRITTO

 

Il 17 novembre l’Italia ha assunto la presidenza di turno del Consiglio d’Europa (CoE). Si tratta di una responsabilità importante, che però non sempre è compresa a pieno dai non addetti ai lavori. Per questo all’ambasciatrice Valeria Biagiotti, coordinatrice della task force per la presidenza italiana del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, abbiamo chiesto di definire i termini dell’impegno. «È un’occasione preziosa per svolgere un ruolo di indirizzo e d’impulso ai lavori dell’organizzazione, cercando di far avanzare tutti i dossier sul tavolo, a cominciare naturalmente da quelli da noi identificati come prioritari», ci ha risposto sottolineando che «il CoE svolge un ruolo fondamentale nel promuovere i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto, sia in Europa che nella più ampia architettura multilaterale, grazie al suo quadro unico di Convenzioni e strumenti giuridici, che attirano anche Stati non membri. La presidenza è inoltre un appuntamento che capita molto di rado, pensi che l’ultima ha avuto luogo nel 2000, oltre 20 anni fa».

L’Italia intende promuovere una riflessione ampia sul tema dell’empowerment femminile e del contrasto a tutte le forme di violenza e di discriminazione

Tra gli obiettivi che la presidenza italiana si è prefissata il primo è quello di «riaffermare i principi e i valori condivisi del Consiglio d’Europa». Molte sono le iniziative in questo senso, in particolare vorremmo soffermarci sulle modalità ideate per sottolineare la potenzialità del patrimonio culturale come strumento per il dialogo e l’inclusione sociale.

Rispondo a questa domanda portando l’esempio di una delle storie di successo in questo ambito: gli Itinerari culturali del Consiglio d’Europa. Si tratta di 45 Itinerari aventi un tema comune che può essere religioso, storico, paesaggistico, architettonico, gastronomico, attinente al patrimonio immateriale o legato a grandi figure dell’arte, della musica o della letteratura europea. Gli Itinerari uniscono diversi Paesi rappresentando una piattaforma di dialogo interculturale per la valorizzazione delle identità comuni. Essi ricordano ai popoli europei che la loro interazione, la reciproca contaminazione e il dialogo interculturale, ma anche gli scambi economici, non nascono nel 1949, ma sono i caratteri distintivi di civiltà millenarie, dotate di forti tratti di affinità, pur nella loro variegata identità culturale.

Per quanto riguarda l’emancipazione delle donne nei mesi scorsi abbiamo dovuto assistere a qualche defezione nelle adesioni alla Convenzione di Istanbul. Come si sta cercando di aumentare il numero dei Paesi firmatari?

Per cominciare, in occasione della Giornata internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, il 25 novembre, è stata firmata dalla segretaria generale del CoE, Marija Pejcinovic Buric, e dalla ministra italiana per le Pari Opportunità, Elena Bonetti, una dichiarazione congiunta sull’importanza della Convenzione come strumento di contrasto alla violenza in ogni sua forma, inclusa quella perpetrata sul web. Alla luce del profondo impatto che la pandemia ha avuto sulle donne, facendo registrare un drammatico aumento degli episodi di violenza domestica, abusi di genere e una significativa contrazione della partecipazione delle donne al mercato del lavoro, l’Italia intende promuovere in seno al Consiglio d’Europa una riflessione più ampia sul tema dell’empowerment femminile e del contrasto a tutte le forme di violenza e discriminazione, anche attraverso un evento di alto livello su questo tema in aprile.

Per garantire «un futuro incentrato sulle persone» è stato indicato come obiettivo quello di affrontare le sfide poste dalle nuove tecnologie. Quali sono i pericoli che si corrono e quali le prospettive che si aprono?

Le profonde trasformazioni che stiamo vivendo nelle nostre società dovute alle tecnologie digitali, e in particolare all’intelligenza artificiale, offrono enormi opportunità in termini di godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali, di sviluppo economico, progresso in ambito sanitario, circolazione dell’informazione e istruzione. Allo stesso tempo, l’intelligenza artificiale può comportare rischi rilevanti per le nostre società, anche in termini di violazioni e abusi dei diritti umani, e di sfide alla democrazia e allo Stato di diritto. Ad esempio, un utilizzo improprio degli algoritmi potrebbe condurre a discriminazioni in base all’etnia, al genere, all’età. Per questo motivo riteniamo che sia utile poter avere un quadro di regole chiare e condivise, per affrontare i rischi associati allo sviluppo e all’uso di tali tecnologie. A questo riguardo, riteniamo che il CoE sia un foro particolarmente indicato per esaminare tali potenziali minacce e proporre adeguate tutele al fine di proteggere i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto, la cui salvaguardia e promozione rappresentano il core business dell’organizzazione e per le quali ha sviluppato una expertise senza rivali.

L’intelligenza artificiale può comportare rischi rilevanti per le nostre società, in termini di violazioni dei diritti umani e di sfide alla democrazia

Quali sono gli effetti diretti e indiretti che le iniziative della presidenza italiana potranno avere nella società civile?

Auspichiamo una sensibilizzazione della società civile riguardo ai valori e alle attività che vengono portate avanti dal 1949. Nonostante questa organizzazione svolga, attraverso la Corte europea dei diritti dell’Uomo e le numerose Convenzioni e attività, un ruolo fondamentale nella vita quotidiana di ciascun cittadino, il Consiglio d’Europa continua a essere poco conosciuto, confuso con l’Unione europea e in particolare con il Consiglio Europeo. Abbiamo previsto una serie di iniziative durante il semestre volte proprio ad aumentare la conoscenza del CoE da parte di un pubblico più ampio, a cominciare da quello italiano. Intendiamo in particolare rivolgerci alle giovani generazioni, affinché siano dall’inizio consapevoli dei propri diritti e di quanto fa l’organizzazione per promuoverli.

E finalmente veniamo a quello che è il “core business” della Campana dei Caduti. Tra gli obiettivi della presidenza italiana c’è quello di sensibilizzare la comunità internazionale «sul ruolo cruciale dell’educazione nel sostenere la Pace, la tutela dei diritti umani e lo Stato di diritto». Quali sono le iniziative in questo senso?

Come ho accennato intendiamo impegnarci per favorire una maggiore conoscenza del Consiglio d’Europa, dei suoi principi e dei suoi valori, a partire dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. Il Ministero dell’Istruzione ha ad esempio indetto un concorso per le istituzioni scolastiche secondarie di primo e secondo grado, per invitare le studentesse e gli studenti a una riflessione sui compiti e sul funzionamento del CoE e sull’importanza dell’educazione alla conoscenza dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Sarà inoltre organizzato a Torino un Forum, con la partecipazione di giovani provenienti da tutti i Paesi del Consiglio d’Europa, sull’educazione ai diritti umani e sulla cittadinanza democratica. Altre iniziative saranno previste per valorizzare l’educazione ai diritti umani per le diverse fasce d’età, dall’infanzia alle università. Abbiamo previsto un impegno ad ampio raggio, che non terminerà con la fine del presidenza ma che intendiamo mantenere anche in futuro.

L’ambasciatrice Valeria Biagiotti

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