È una melodia semplice, che conosciamo tutti, quella scelta per rappresentare l’Unione Europa: l’Inno alla gioia tratto dalla Nona sinfonia di Beethoven, semplicemente “la nona” per chiunque. Il testo è stato scritto da Friedrich von Schiller nel 1785 ed esprime una visione idealistica della fratellanza fra gli uomini. Bello, ma non serve. Quel momento della sinfonia è talmente scolpito nella memoria comune che le parole diventano superflue, e infatti quando il Consiglio d’Europa, nel 1972, e l’Unione Europea, nel 1985, hanno adottato il tema di Beethoven come proprio inno hanno deciso che bastava la musica a esprime gli ideali di libertà, Pace e solidarietà. Una musica che è risuonata al Colle il 9 maggio scorso, mentre la bandiera europea veniva issata sul pennone accanto a Maria Dolens. Con questa sono cento. Cento Paesi e organizzazioni che hanno aderito al Memorandum di Pace impegnandosi a mettere il perseguimento dei diritti umani al centro del loro percorso. Del resto se «i popoli d’Europa, nel creare tra loro un’unione sempre più stretta, hanno deciso di condividere un futuro di Pace», come si legge nel preambolo alla Carta dei diritti fondamentali, proclamata il 7 dicembre 2000 a Nizza e adottata il 12 dicembre 2007 a Strasburgo, allora il Colle di Miravalle non può che essere casa loro.

Assieme al Reggente, Marco Marsilli, e alle autorità locali e internazionali, ad ascoltare Beethoven c’erano centinaia di ragazzi, studenti che hanno fatto diversi percorsi di avvicinamento all’evento approfondendo il significato della ricorrenza. In queste pagine troverete una panoramica del lavoro svolto nell’ambito del «Progetto ambasciatori», organizzato dalla Fondazione Antonio Megalizzi, e dell’iniziativa «Schools beyond Regions and Borders» che coinvolge 7 Nazioni.

Al centro di tutto non potevano che essere messi i giovani, perché, come ha sottolineato nel suo intervento l’Assessore della Provincia di Trento istruzione, università e cultura, Mirko Bisesti, sono loro ad avere «il diritto e il dovere di costruire una nuova Europa».

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