Al momento in cui scrivo (fine novembre) l’insieme della Comunità internazionale è da svariati mesi di fronte ad una sfida epocale, quella rappresentata dal virus Covid-19, assimilabile, per dimensioni geografiche e numero di vittime, ad un conflitto bellico.

Ad oggi la pandemia ha colpito, su scala mondiale, circa 60 milioni di persone, provocando oltre un milione di decessi e, purtroppo, il già tragico bilancio è destinato ad aggravarsi nel corso delle prossime settimane. In effetti, una volta che saranno conclusi i test di laboratorio, solo la generalizzata utilizzazione del vaccino potrà portare all’auspicata inversione di tendenza, ma si tratta di uno scenario di non immediata realizzabilità.

La situazione italiana, che ognuno di noi ben conosce per il fatto di viverla giornalmente sui luoghi di lavoro (per coloro che hanno la sorte di averlo mantenuto), nelle relazioni sociali così come negli ambiti familiari, appare "appesantita" dalla lunghissima prova a cui il Paese è sottoposto. Eccettuata una breve, e malaugurata, interruzione, essa si estende dalla scorsa primavera. Se, a fronte di tale situazione, appare pertanto comprensibile l’affiorare di qualche manifestazione di impazienza, l’appello non può non andare al senso di responsabilità di ciascuno di noi ed alla priorità da accordare alle misure in grado di tutelare la salute, oltre che nostra, anche dei familiari e di chi ci circonda.

In un contesto storicamente diverso dal nostro, precisamente in piena Seconda Guerra Mondiale, ma non dissimile sul piano della rilevanza della sfida da affrontare, lo statista britannico Sir Winston Churchill lanciava un vibrante appello a "guardare oltre l’orrore e la distruzione dei combattimenti" per immaginare l’Europa di domani, composta da Stati liberi da ogni forma di oppressione e pacificamente conviventi. Proiettato nel 2021 ed oltre, il nostro auspicio, altrettanto convinto, è rivolto ad un Pianeta affrancato tanto dalla tirannia omicida del Covid-19 che dalle altre epidemie che, in modo ricorrente, lo affliggono.

Per raggiungere l’obiettivo, potremo senz’altro avvalerci dell’ausilio morale di "Maria Dolens". Attraverso i suoi giornalieri rintocchi, la nostra Campana continuerà a indirizzare messaggi di pace, fratellanza e speranza a coloro che, senza distinzione di religione, etnia, cultura, lingua, sono disponibili ad accoglierli e a farli propri.

L’approssimarsi delle festività di fine anno arricchisce di ulteriore significato l’autorevole voce dal Colle di Miravalle, fornendomi anche la gradita occasione per rivolgere a tutti i lettori i più sinceri voti augurali.

Sebbene diverse, rispetto a quelle cui siamo abituati, perché inevitabilmente meno ricche di luci, suoni, colori e sapori, anche da queste imminenti festività non mancheranno di emergere - è mia convinzione - i valori più autentici. In particolare, quelli di una spiritualità intima e profonda e di una generosa condivisione degli affetti familiari.

A tali valori sforziamoci di aggiungere, da parte nostra, anche una ottimistica visione del domani, ispirati dall’immagine, completata dagli inseparabili sigaro e bombetta, del coraggioso statista britannico.

 

Il Reggente Marco Marsilli

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