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UN NUOVO CORSO TRA CONTINUITÀ E INNOVAZIONE

La Campana cambia dopo 17 anni. Arriva il nuovo reggente, l’ambasciatore Marco Marsilli che succede al senatore Alberto Robol. Il primo ringraziamento del neoeletto è andato al Consiglio di reggenza. "L’impegno sarà quello di mostrarmi meritevole della fiducia che è stata riposta in me", ha detto Marsilli, sottolineando l’intenzione di avvalersi, nell’ambito delle rispettive competenze, della collaborazione dei membri del Comitato esecutivo e del Consiglio di reggenza stesso. Il pensiero è andato poi al predecessore, capace in oltre tre lustri di svolgere un’attività "nel corso della quale la Fondazione ha visto crescere in misura consistente la propria efficacia e il proprio prestigio". La prospettiva, ha continuato, è quella "di avviare il mio mandato con caratteri di continuità con il recente passato, in una visione che tenga assieme l’attenzione al territorio e la prospettiva internazionale, con il fondamentale sostegno della Provincia di Trento e del Comune di Rovereto".

Cominciamo dal territorio?

 Occorre potenziare il già forte radicamento della Campana dei Caduti, e di conseguenza della Fondazione, con l’area naturale di riferimento di Maria Dolens, composta da Rovereto, dalla Vallagarina e dalla Provincia di Trento, ma senza disdegnare le altre regioni italiane. Si tratta di intercettare e di convogliare sul Colle di Miravalle i desideri e le aspettative di tutti coloro che identificano in Maria Dolens il simbolo della pace, del rispetto dei diritti dell’Uomo e della solidale convivenza tra i popoli. Questo comporta una grande disponibilità da parte della Fondazione verso le istanze civili, religiose, culturali, sportive, educative e artistiche che desidereranno approfondire la nostra conoscenza. Ovunque esse siano.

E andando all’estero?

La vocazione internazionale è presente già nel Dna di Maria Dolens, è la grande intuizione del fondatore che nella prima fusione del 1924 utilizzò il bronzo donato dai 19 paesi belligeranti nel primo conflitto mondiale. Il percorso era già segnato e non è un caso che la Fondazione goda di uno status privilegiato presso le due maggiori organizzazioni multilaterali operanti nel settore dei diritti dell’Uomo. Mi riferisco al partenariato con il Consiglio d’Europa a Strasburgo, in corso dal 2006, e a quello con le Nazioni Unite a New York, avviato nel 2009. Questi rapporti non rappresentano un riconoscimento formale, ma si traducono in partecipazioni mirate di membri della Fondazione a eventi e riunioni dei due organismi al fine di mettere a punto iniziative incentrate sui valori rappresentati dalla Campana. Inoltre la rete di relazioni intessute attraverso la presenza in queste sedi internazionali favorisce e rafforza la collaborazione avviata da tempo con le ambasciate straniere a Roma, aiutando a creare le condizioni per nuove adesioni al Memorandum di Pace. Finora sono state issate al Colle 99 bandiere che rappresentano Paesi e popoli, ci apprestiamo a raggiungere il simbolico numero di 100, ma questa cifra tonda deve rappresentare un punto di partenza.

Il "core business” della Fondazione è la promozione dei valori rappresentati da Maria Dolens, in primo luogo la pace. In che modo si agisce in questa direzione?

Cultura e diplomazia sono due strumenti fondamentali per la reciproca conoscenza tra i popoli, rappresentano le basi strutturali per consentire il superamento graduale di situazioni di crisi. Credo che la Campana debba porsi obiettivi realistici e credo nei gesti simbolici. Voglio ricordare a questo riguardo l’iniziativa che vide due grandi maestri di scacchi, il russo Vladimir Dobrov, e l’ucraino, Valeriy Nevyerov, sfidarsi al Colle, nello stesso periodo in cui le truppe di Kiev e quelle di Mosca erano impegnate in aspri combattimenti nella zona del Donbass. Questo è un piccolo esempio di come lo spirito della Campana dei Caduti possa contribuire a creare un clima migliore anche in situazioni oggettivamente difficili.

Come si traduce questo auspicio in azioni concrete?

Sicuramente l’attività ordinaria va rafforzata, ma credo che in generale per avviare un’azione concreta non si possa prescindere dal contesto, e in questo momento specifico occorre affrontare con creatività le sfide che la pandemia ci pone di fronte. Ci troviamo in un periodo in cui è molto difficile, quando non impossibile, viaggiare e organizzare manifestazioni in presenza. Nel 2020, per esempio, tutte le riunioni a Strasburgo e a New York sono state annullate. L’attività della Campana non si è fermata del tutto, ricordo infatti la recente adesione al Memorandum di Pace di Georgia e Irlanda, ma le difficoltà non si possono negare. Per questo è opportuno dotarsi di strumenti che puntino sulle nuove tecnologie per garantire un’offerta alternativa a quella tradizionale, per esempio consentendo di "accedere” all’area monumentale e alla Campana attraverso delle visite virtuali. Si tratta di un approccio che normalmente sarebbe complementare all’attività in presenza, ma che in questo periodo rischia di diventare prevalente e che comunque apre a un nuovo tipo di "accesso” che può essere sviluppato anche quando questa emergenza sarà passata.

Una nuova forma di comunicazione per Maria Dolens?

È una necessità e occorre farlo con continuità. In questa prospettiva si inserisce anche questo stesso mensile, che conterrà una serie di informazioni sulla vita della Campana e sui principali temi di carattere internazionale che la Fondazione sarà chiamata ad accompagnare nel corso della sua attività. Ma non basta, va potenziata la presenza sui social network, che con linguaggi agili e mirati possono raggiungere fasce della popolazione diverse da quelle che normalmente si affacciano sul Colle di Miravalle.

marco marsilli

Il Reggente Marco Marsilli

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