Certe volte la cronaca crea intrecci che nessuno sceneggiatore riuscirebbe a concepire. Dieci anni fa ad ascoltare il suono Maria Dolens c'era un elettricista che ha fatto la rivoluzione con un cacciavite. Ieri è morto un compositore che gli aveva dedicato una sezione di un Requiem. Due polacchi che da postazioni diverse hanno lottato per la libertà facendo riferimento continuamente a un terzo connazionale, che nel frattempo era diventato Papa. Lech Wałęsa è salito al Colle per ricordare che «con un metodo pacifico siamo riusciti ad abbattere uno dei regimi peggiori della storia e a unificare le due Germanie», Krzysztof Penderecki ha preso la matita e scritto il Lacrimosa del suo Requiem per commemorare i caduti nelle rivolte del 1970. Due persone legate da un filo di pace che arriva fino al Colle di Miravalle, il punto all'infinito dove si sono incontrate due vite parallele. Un esempio di quello che può fare un simbolo quando rappresenta un sentire condiviso. La pace è fatta di azioni quotidiane. Certo non è facile prendere il Nobel con un cacciavite, né costruire cattedrali musicali con una matita, ma non si tratta di essere eroi, basta essere umani. Orecchie aperte alle 21.30.

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