Portare la pace dove non c'è è un lavoro pericoloso. Negli ultimi 72 anni c'è chi l'ha fatto tutti i giorni. Oltre 3400 persone sono morte mentre ci provavano. Erano militari, agenti delle forze dell’ordine e civili inviati nelle zone più calde del mondo per osservare, dialogare e prevenire. Non è sempre stato così, è iniziato tutto nel 1948, il 29 maggio, quando il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha chiesto la cessazione delle ostilità in Palestina e ha deciso che la tregua sarebbe stata monitorata da mediatori neutrali assistiti da militari. Lo stesso giorno fu inaugurata la prima operazione dei “caschi blu”. Da allora il 29 maggio si celebra la Giornata internazionale degli operatori di pace, gente seria con un sogno. Stanno lavorando in zone pericolose, anche oggi. In questo momento esatto sono in corso sedici missioni in quattro continenti. Più del 95 per cento delle spedizioni ha come principale compito la protezione dei civili. Ma ci sono posti dove nemmeno i diritti umani sono garantiti. Per questo 600 persone in nove paesi sono impegnate a farli rispettare. Lavorare per la pace è difficile e bisogna farlo tutti i giorni. Orecchie aperte alle 21.30.

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