PER CHI SUONA LA CAMPANA - P13
Con la fine della seconda guerra mondiale la Campana tornò a suonare, ma era solo un'anteprima, all'inaugurazione ufficiale mancava ancora un po'. Era il 20 maggio 1945, di sera. Don Rossaro aveva invitato le autorità cittadine e i rappresentanti del comando alleato. Per sentire i cento rintocchi in ricordo dei caduti di tutte le guerre, anche dei civili, fu chiesto aiuto a 15 uomini dell’Unione nazionale protezione antiaerea. I ragazzi, abituati a ben altri sforzi in quel periodo storico, non si fecero pregare. A turno afferrarono il battaglio e lo vibrarono a mano sul manto di Maria Dolens con la forza delle braccia. Tre corde su 5 si ruppero, durante i cento rintocchi, ma questo non fermò né gli applausi né la commozione.
Due settimane dopo, don Rossaro scrisse al principe Chigi, riprendendo un rapporto epistolare che si era interrotto nel luglio 1943. Il tono è retorico, i sentimenti autentici: «L’alba di Pace ha finalmente illuminato questa nostra valle (...). Ora la sacra Campana domina in tutto il suo splendore, ammirata e venerata, prima dalle truppe tedesche, ora da quelle anglosassoni, che tutte salirono sul bastione a renderle l’omaggio della loro devozione. Indicibili furono le difficoltà che la portarono allo stato attuale, cioè, quasi a completa sistemazione, e il 20 maggio u.s., presente il Governatore inglese e un’immensa folla di gente, suonò per la prima volta, per rendere il suo primo omaggio ai nuovi Caduti della recente orrenda strage. La sua solenne inaugurazione però avrà luogo ai primi di ottobre, XX° anniversario della sua esistenza».
Ma con la fine della guerra c'era da fare i conti anche con le nuove autorità. Si era formato il Comitato di liberazione nazionale (Cln), che non godeva dei favori della maggioranza della popolazione, anche perché aveva avviato i cosiddetti “processi di epurazione” previsti dalle norme approvate dal primo governo post insurrezionale. Come altri personaggi trentini che durante il fascismo avevano rivestito ruoli negli uffici pubblici, anche don Rossaro venne convocato dal tribunale del popolo. Doveva chiarire il suo operato come cappellano della Milizia fascista. L’accusa era quella di aver approfittato del regime per trarne vantaggi personali. Un testimone diretto, Valentino Chiocchetti, riassume in poche righe l’episodio: «Si presentò al processo senza alcun avvocato difensore, nonostante che molti suoi amici si fossero offerti per difenderlo. Sapeva di non aver commesso nulla che gli rimordesse la coscienza. Il presidente gli domandò: «Le ha giovato molto il fascismo?». Egli rispose: «Sì, mi ha giovato per aiutare tanta povera gente».
Fu assolto e tornò a dedicarsi alla Campana. La priorità era scegliere la data per l'inaugurazione. Il cerimoniere dell’Ordine di Malta premeva perché non si puntasse su una ricorrenza divisiva come il 28 giugno, giorno dell’attentato di Sarajevo nel 1914. Fu deciso per il 20 aprile. Era il 1946 e dopo nove anni di silenzio, la Campana tornava a far udire ufficialmente i suoi rintocchi accompagnata dal suono festoso delle campanelline di centinaia di bambini. Lo stesso giorno la Società delle Nazioni si scioglieva ufficialmente dopo 26 anni di attività dopo esser stata di fatto sostituita il 24 ottobre 1945 dalle neonate Nazioni Unite. È una coincidenza, se le coincidenze esistono. Il 26 settembre La Campana venne dedicata ufficialmente a san Francesco. Iniziava una nuova era, quella della fratellanza.
