ACCADE ALL’ONU
UNA FAVOLA PER LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DIVERSITÀ CULTURALE PER IL DIALOGO E LO SVILUPPO
In occasione della Giornata Internazionale della diversità culturale per il dialogo e lo sviluppo delle Nazioni Unite, che si celebra ogni 21 maggio, proponiamo una favola di Agnese Bizzarri, scrittrice di libri per i più piccoli e attiva in progetti educativi e culturali presso fondazioni, enti, pubbliche amministrazioni, università e associazioni non profit. La speranza è che i nostri lettori trovino il tempo per leggerla ai loro bambini, magari prima di dormire.
Davanti al mare si riunirono alcuni amici e amiche provenienti da diversi parti del mondo, con differenti culture, religioni e modi di vivere. Avevano bisogno di risolvere un problema: uno di loro se ne era andato perché durante una discussione non era stato ascoltato. Non voleva avere ragione, né predominare sugli altri, anzi voleva dialogare, confrontarsi ma purtroppo era scoppiato un inaspettato litigio.
Così cercarono di capirne il motivo. Interrogarono il Sole, che disse che l’argomentazione era stata troppo rovente e calda, bisognava calmare le acque.
A quel punto chiesero al mare, che con la sua saggezza, replicò che era arrivata una tempesta di verbi, aggettivi, sostantivi e quindi non si era più capito nulla ma solo onde sonore e non costruttive, virgole e spazi mancanti, accenti scorretti.
Per avere un altro parere parlarono con un airone. Con la sua eleganza affermò che le parole viaggiano e se prendono la direzione sbagliata non si recuperano più e la conversazione è andata.
Poi fecero domande a bambine e bambini. Erano così curiosi e desiderosi di ascoltare. Con i loro occhi e i loro sorrisi non dissero nulla ma in realtà avevano capito tutto.
Si arrivò presto a una conclusione: per comunicare bisognava dialogare. Il dialogo è una parola composta da “dia” che significa attraverso, e “logos”, che vuole dire discorso. Un dialogo è qualcosa che viaggia nell’attraverso. Se manca questo ogni parola e concetto andrà nella sua direzione e nessuno riuscirà a parlare, scrivere, esprimersi. Quel “dia” del dialogo dice tutto! È una linea che attraversa cuori, popoli, religioni, credenze, lingue. Nelle loro diversità, nella bellezza e ricchezza della loro complementarietà.
Gli amici recuperarono il loro compagno di avventure. Cominciarono a parlare, a chiacchierare senza aggressività, minaccia alcuna, senza attriti, senza rancore né giudizio. Rispettando le differenze che rendevano il dialogo affascinante e interessante. E nel dialogo iniziarono a costruire tutti insieme pensieri, giochi. Progettarono viaggi, inventarono parole nuove, si scambiarono idee. Con il dialogo comparve una ondata di creatività, quindi di vita e di trasformazione.
Perché in quel “dia” c’è un universo, in quello stare “tra”, “attraverso” c’è il mondo intero.