TORNANO LE APERTURE SERALI E I VENERDÌ ALLA CAMPANA

A scuola si impara, è vero. Anche da adulti. Entrandoci per caso, o per una di quelle incombenze che riportano saltuariamente i “grandi” nelle aule, ci si può imbattere in lavori, ricerche, disegni che ci fanno ricordare come eravamo, come vorremmo essere, come abbiamo dimenticato di essere. «Ho dipinto la Pace», si leggeva su un disegno. Scritto bene, con cura. Era un cartellone dipinto da una bambina che non aveva «il rosso per il sangue dei feriti», non aveva nemmeno il nero «per il pianto degli orfani», o il bianco «per le facce dei morti». Però aveva «l’arancio per la gioia di vivere», «il verde per i germogli» e il «celeste per i chiari cieli splendenti». E allora ha preso quello che aveva, si è seduta, e ha dipinto la Pace.

La Pace si può dipingere, suonare, e ascoltare. Alla Campana si fa questo tutto il giorno, e fino al 17 settembre anche ogni sera: i cancelli sono aperti dalle 21 alle 22. Maria Dolens garantisce i suoi cento rintocchi alle 21.30, come sempre, e il venerdì, a partire dalle 20, si può ascoltare un concerto. Il primo c’è stato il 17 giugno, un intreccio di musica popolare e recitazione sulla vita di San Martino, con la regia e la drammaturgia di Michele Comite, la coreografia di Hillary Anghileri, il Collettivo Clochart, il Collettivo studentesco Rovereto e il Coro di Sant’Ilario diretto da Federico Mozzi.

Prossimo appuntamento il 5 agosto con il “Lessico di Hiroshima” di Paolo Miorandi

Ma non è finita, continua la rassegna di voci, strumenti, persone che raccontano la Pace, come nel Lessico di Hiroshima di Paolo Miorandi (venerdì 5 agosto), oppure la cantano ricordando Padre Eusebio Iori, come nel caso del Concerto del Coro “Bianche Zime” diretto da Stefano Balder (12 agosto), o la suonano tutti insieme come accadrà il 21 settembre per la Giornata internazionale dell’Onu per la Pace con il concerto della Banda Musicale Felice Gregorio Fontana di Pomarolo diretta da Mattia Grott. Non poteva mancare poi il Minicoro di Rovereto, diretto da Gianpaolo Daicampi, che porta costantemente una ventata di gioia ed entusiasmo sul Colle. Questa volta con Baldino, il Principe del Baldo, da un’idea di Maurizio Marogna, su testo di Mauro Neri con la regia teatrale di Michele Comite.

E noi? Cosa possiamo fare noi? Se siamo lontani possiamo seguire lo streaming in diretta ogni sera. Se siamo vicini possiamo uscire di casa con una destinazione precisa. Portare i bambini, sperando che abbiano voglia di insegnarci qualcosa. Guidare piano cercando il modo di risolvere i problemi che abbiamo con i nostri vicini senza ricorrere agli avvocati. Camminare lentamente sul Viale delle Bandiere, fissando per qualche istante i vessilli dei Paesi che vivono ancora dei sanguinosi conflitti. Ricordarci quanto siamo fortunati per non avere visto nessuna bomba esplodere nelle nostre scuole. Sederci, ascoltare, e pensare la Pace. È una cosa piccola. È un seme. Come quello gettato dalla bambina. Quella della scuola. Quella che ha disegnato la Pace.

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