ACCADE AL CONSIGLIO D’EUROPA
L’ACCOGLIENZA CECA E SLOVACCA AI PROFUGHI UCRAINI

 

Il prossimo è chi sta più vicino, lo dice la parola. Aiutare il prossimo dovrebbe essere la cosa più naturale, e anche la più facile. È più complicato invece aiutare qualcuno che sta lontano, come hanno fatto la Repubblica Ceca e la Repubblica Slovacca, che si sono trovate ad affrontare un enorme flusso migratorio dall’Ucraina, malgrado non siano i Paesi più vicini alle zone dei combattimenti. Non siano prossimi. La cosa non è passata inosservata e la Rappresentante speciale della Segretaria generale sulle migrazioni e i rifugiati del Consiglio d’Europa (Rssg), Leyla Kayacik, ha sottolineato nel suo rapporto la risposta efficace delle autorità di Praga e di Bratislava a una situazione senza precedenti.

Nella Repubblica Ceca, si legge nel testo, con grande rapidità sono stati istituiti centri di registrazione ben gestiti, dove soggetti nazionali, locali e non governativi lavorano in stretta collaborazione per offrire una protezione temporanea alle persone che fuggono dalla guerra. I dati mostrano che il Paese è stato colpito dal conflitto come i territori direttamente confinanti con l’Ucraina. Al momento della visita della Rappresentante speciale oltre 320.000 rifugiati ucraini erano registrati ufficialmente e beneficiavano di una protezione temporanea. Tra questi circa 130.000 erano minori. Le cifre sono significative, e la Repubblica ceca è senza dubbio da considerare una delle principali destinazioni per le persone in fuga dall’Ucraina.

Ma Kayacik ha sottolineato anche lo sforzo esemplare prodotto dalle autorità slovacche in coordinamento con le organizzazioni della società civile, le associazioni di volontariato, il settore privato e le autorità locali per fornire ai profughi beni di prima necessità e altre forme di sostegno. Bratislava ha dichiarato lo stato di emergenza subito dopo l’inizio dell’aggressione russa e ha rapidamente emendato la sua legislazione esistente in materia di asilo al fine di poter concedere uno status di protezione temporanea a chi fuggiva dalla guerra già all’inizio del conflitto, prima ancora che venisse adottata una decisione da parte del Consiglio dell’Unione Europea. Al momento della visita della Rappresentante speciale, circa 360.000 persone fuggite dall’Ucraina si trovavano nel Paese, e per quasi il 90 per cento si trattava di donne e bambini. Gli arrivi quotidiani erano relativamente diminuiti in confronto ai flussi iniziali e la macchina organizzativa era riuscita a registrare oltre 72.000 persone che hanno potuto usufruire di una protezione temporanea.

Entrambi i Paesi hanno saputo affrontare sfide senza precedenti, con flussi migratori imponenti, soprattutto se si considera la proporzione con le popolazioni locali. Nella Repubblica Ceca vivono poco più di 10 milioni di persone, la metà in quella Slovacca. Malgrado questo i due Stati non si sono tirati indietro e hanno accolto i profughi, li hanno regolarizzati e protetti.

Ad altre latitudini c’è chi si lamenta per molto meno.

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