Il 19 luglio scorso il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è salito sul Colle di Miravalle per partecipare alle celebrazioni del Centenario di Maria Dolens. Pubblichiamo di seguito il suo intervento e nelle pagine successive il saluto al Capo di Stato del Reggente della Fondazione, Marco Marsilli, e stralci da quello della Sindaca di Rovereto, Giulia Robol.
Desidero rivolgere un saluto a tutti i presenti, anzitutto al Presidente della Provincia di Trento. Ringrazio molto la Sindaca di Rovereto e il Reggente la Fondazione per l’accoglienza e per l’invito. Invito che mi era stato più volte rivolto dall’indimenticabile Alberto Robol.
Su questo Colle di Miravalle, accanto a Maria Dolens, il primo pensiero naturalmente corre alla grande intuizione di don Antonio Rossaro, quando ebbe l’ispirazione di trarre, da armi che avevano ucciso in tante diverse frontiere d’Europa, un suono di Pace e di concordia.
In occasione dei cento anni di Maria Dolens, questa intuizione è particolare punto di riferimento.
Il ritorno qui è prezioso, in questo momento storico della vita internazionale, in cui, in pieno contrasto con i desideri, le aspirazioni, le attese dell’umanità in ogni continente, in ogni parte del mondo, riemergono ombre che si pensava non dovessero più aver spazio e presenza. Di chi ritiene di reintrodurre le guerre di annessione territoriale, che pensavamo appartenessero a momenti oscuri nei secoli passati; o di chi pensa di ripristinare il dominio del più forte su coloro che sono più deboli; o di poter bombardare civili nelle loro abitazioni, fino al massacro di giovani intenti a festeggiare, ascoltando musica.
In questa condizione, non ci si limita più neppure al pur triste compito di colpire soldati contrapposti. Ma si spara e si uccide su luoghi di preghiera, su luoghi in cui si distribuisce acqua a chi ha sete, o pane a chi ha fame. Si colpiscono soccorritori che prestano aiuto ai feriti.
Tutto questo crea non soltanto un contrasto radicale con le attese dell’umanità, ma rischia anche di introdurre una spirale di risentimenti, di odio, di contrapposizioni che genera, a sua volta, costantemente, altre violenze.
Per questo è importante questo ritorno qui, presso Maria Dolens.
Questa condizione esorta a rilanciare il messaggio che, da qui, cento anni fa, è partito.
Vi è una condizione di speranza cui l’umanità aspira, e che deve prevalere su quanto avviene e su quanto, con tristezza, con allarme, registriamo.
Quanto avviene crea sovente anche disorientamento nella vita internazionale, anche nella vita quotidiana delle persone.
Per questo – ripeto - è prezioso questo ritorno qui. I rintocchi di Maria Dolens esprimono non soltanto un dolore rinnovato da quanto avviene, ma esprimono soprattutto - e ne siamo convinti - un messaggio di Pace e di speranza.


