IL SALUTO DEL REGGENTE, MARCO MARSILLI, AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA

 

Illustrissimo Signor Presidente,

a nome del Consiglio di Reggenza, dei collaboratori della Fondazione Campana dei Caduti e mio personale desidero rivolgere a Lei ed alla autorevole Delegazione che La accompagna il più sentito benvenuto al Colle di Miravalle, in una giornata che resterà impressa a lungo nella memoria collettiva di tutti noi.

In realtà, come è stato già ricordato, più che “benvenuto” il termine corretto con cui salutarLa è “bentornato”, perché siamo ben consapevoli di Sue precedenti, graditissime presenze in questo luogo di raccoglimento.

Il fatto di poterLa nuovamente accogliere nella veste di più alta Autorità della Repubblica e nella cornice delle congiunte celebrazioni del Centenario di Maria Dolens e di Rovereto Città della Pace ci rende particolarmente orgogliosi.

La nostra commemorazione raggiunge oggi, senza alcun dubbio, il momento più alto e solenne. Desidero a mia volta dirigere un cordiale saluto al Presidente della Provincia autonoma di Trento, alla Sindaca di Rovereto, la città nella quale ci identifichiamo, alle numerose ed assai rappresentative Autorità civili, militari e religiose qui convenute nonché a tutti coloro che condividono con noi questo straordinario momento.

Sulla storia della Campana dei Caduti e sulla attività della Fondazione che ne porta il nome, Ella ha potuto avere diretta conoscenza percorrendo pochi minuti fa la mostra «Il Mito di Maria Dolens». Appare corretto affermare come dalle sue origini vi abbiano convissuto due “anime” che, interagendo strettamente, si sono andate mutuamente rafforzando. La prima di esse risponde a un forte radicamento sul territorio trentino. La seconda è rappresentata da una spiccata vocazione internazionale, sulla quale vorrei spendere di seguito alcune brevi considerazioni.

Esattamente 100 anni fa don Antonio Rossaro ebbe, come noto, la visionaria idea di trasformare le armi che avevano disseminato morte e distruzione nell’Europa del primo conflitto mondiale in strumenti di Pace, fondendole e dando vita alla originaria Campana. Da allora ogni sera, all’imbrunire, Maria Dolens emette i suoi struggenti Cento Rintocchi, che ascolteremo a breve, per onorare la memoria di tutti i Caduti e di tutte le vittime nei combattimenti, senza distinzione di Paese, credo, religione o etnia.

Con il trascorrere degli anni la volontà di creare legami di collaborazione con un ampio numero di Nazioni ci ha portato ad accogliere presso la nostra Sede ben 106 bandiere, riconducibili in larghissima parte a Stati e organismi multilaterali. Presso due di essi - il Consiglio d’Europa e le Nazioni Unite - la Fondazione gode di un formale atto di riconoscimento. A completare il quadro, non mancano le bandiere riferite a entità territoriali non riconosciute (Palestina e Tibet), a etnie vittime di pesantissime discriminazioni (Sinti - Rom) così come a organizzazioni umanitarie di prima linea (Croce Rossa e Mezzaluna Rossa).

Ill.mo Signor Presidente, avvicinandomi alla parte conclusiva del mio saluto, desidero evidenziare come proprio nei contatti esterni intrattenuti a vario titolo dalla Fondazione, il poter fare riferimento alla Sua grande saggezza nell’affrontare le tematiche di attualità della fase storica probabilmente più complessa e drammatica dal secondo dopoguerra a oggi, rappresenti per noi una straordinaria fonte di ispirazione.

Avvalendoci del prestigioso strumento di comunicazione costituito da Maria Dolens, il messaggio che anche dal Colle di Miravalle viene giornalmente indirizzato a tutti coloro che sono disposti ad ascoltarlo e farlo proprio è un vibrante e responsabile appello a un futuro di Pace, di giustizia, di democrazia e di libertà. Quanto precede sia in relazione all’Europa, la realtà che più ci è prossima e nella quale è di conseguenza più facile e immediato il riconoscersi, che nei riguardi dell’insieme della comunità internazionale.

Per il Suo illuminato esempio e per il Suo eccezionale impegno nel mostrarci in qualunque momento e in ogni occasione la via maestra da seguire, Le giunga, Ill.mo Signor Presidente, il più autentico e profondo dei nostri ringraziamenti.

Il Presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, a colloquio con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella

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