DALL’8 GIUGNO ALL’8 OTTOBRE LA MOSTRA «HUMAN RIGHTS? #DIGNITY»
INTERVISTA AL CURATORE ROBERTO RONCA

 

L’8 giugno si apre presso la sede della Fondazione Campana dei Caduti la mostra «Human Rights? #Dignity» ideata da Debora Salardi e da Roberto Ronca che ne è anche il direttore artistico. L’esposizione rimarrà aperta fino all’8 ottobre. A Ronca abbiamo chiesto perché ha deciso di utilizzare proprio l’arte visiva come strumento per promuovere la Pace e per combattere la povertà. «Attraverso l’arte, creata e fruita - ha spiegato - le persone possono esprimere le loro emozioni, condividere le loro storie e creare un senso di comunità. L’arte può inoltre essere utilizzata per sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi sociali e per promuovere il cambiamento. Proprio per questo in questa edizione Human Rights ha chiesto ad artisti di tutto il mondo di concentrarsi sull’obiettivo n. 1 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite che si propone di “sradicare la povertà in tutte le sue forme e ovunque nel mondo”. A chiunque deve essere garantito un minimo di sussistenza economica e sociale che consenta di mantenere un adeguato livello di vita, alimentare, sanitario, scolastico, ambientale. In un’unica parola, dignità. Per questo nel 2024 Human Rights? porta il tag “Dignity”».

 

La dignità di ogni essere umano, ossia il valore che ogni uomo possiede per il semplice fatto di essere uomo e di esistere, è ciò che qualifica la persona, l’individuo unico e irripetibile. Il valore dell’esistenza individuale è dunque l’autentico fondamento della dignità umana. Ma come questo diventa azione?

Tutti noi siamo consapevoli che esistono situazioni di estrema povertà e di come vi siano intere nazioni i cui cittadini vivono in condizioni di indigenza totale e continua. Cambiare il proprio destino, soprattutto se si nasce in questi luoghi, non è semplice. L’agenda 2030 ne parla in modo molto chiaro, portando fatti e numeri concreti, reali e drammatici. Nelle zone in via di sviluppo una persona su cinque vive ancora con meno di 1,25 dollari al giorno e sono milioni quelli che guadagnano anche meno. La povertà genera non solo fame e la malnutrizione, ma anche l’accesso limitato all’istruzione e ad altri servizi di base, la discriminazione e l’esclusione sociale, così come la mancanza di partecipazione nei processi decisionali. La crescita economica deve essere inclusiva, allo scopo di creare posti di lavoro sostenibili e di promuovere l’uguaglianza. La lotta alla povertà è un impegno importante che riguarda tutti. Tutti abbiamo la responsabilità di una equa ridistribuzione delle risorse. A tutti potrebbe capitare, da un momento all’altro, di trovarsi in condizioni di indigenza e di difficoltà.

 

Che ruolo può giocare l’arte?

In questo evento CreActivity, la società che coordina e gestisce il progetto, ha chiesto agli artisti di sensibilizzare l’opinione pubblica, indurre alla riflessione, promuovere un senso profondo di comunità e di appartenenza, rappresentando immagini inattese e niente affatto banali perché reali e immediate. I concept che accompagnano le opere sono incisivi e sapranno far scaturire la riflessione nel pubblico. Come in ogni edizione «Human Rights?» segue la propria vocazione creativa nel voler mostrare non solo la denuncia ma anche, e soprattutto, la speranza e l’impegno sulle reali possibilità di recupero delle disuguaglianze e delle ingiustizie sociali. Sui traguardi, quindi, si concentra maggiormente l’evento, perché solo con un forte senso di comunità e con la volontà di cambiamento reale questo mondo può riuscire a risollevare le sorti di chi, per nascita o eventi nefasti, non ha avuto la possibilità di vivere con dignità. Agli artisti abbiamo affidato il compito, difficile ma fondamentale, di mostrare a tutti come muoversi concretamente verso una società più equa.

Theo Hues, «Why?», (Germania)

Elena Vichi, «La sete», (Italia)

Madeleine Wories, «Allow Us Our Dignity», (Olanda/USA)

Nobxhiro Santana, «#240314-03 “Expectations from the equinoctial shore”», (Giappone)

Petr Vlach, «Constant adaptation to changes», (Repubblica Ceca)

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