PER CHI SUONA LA CAMPANA - P18
Non si può chiamare un luogo deputato alla Pace “Valscodella”, non funziona. Per questo quando il 7 giugno 1962 la Reggenza decise all’unanimità di acquistare un terreno per riposizionare la Campana cambiò il nome della zona in Miravalle. Lo spazio si trovava, e si trova ancora, alle pendici del Colle di Castel Dante. Una scelta simbolica e strategica che segnava la volontà di rinnovare la missione di Maria Dolens, allontanandola dal bastione Malipiero, dove era stata collocata originariamente. Il Consiglio comunale approvò la cessione dei terreni il 23 ottobre, mentre si avviavano contatti con la Provincia per un nuovo accesso stradale. La notizia scatenò polemiche. Alcuni videro nel trasferimento un tradimento del progetto originario di don Antonio Rossaro, che aveva voluto la Campana nel cuore della città. Ma il contesto urbano era cambiato: Rovereto si era espansa, Miravalle non appariva più come un luogo periferico e sembrava uno spazio ideale per accogliere eventi di respiro internazionale.
Padre Iori difese con forza la nuova visione: bisognava creare un “Piazzale delle Genti”, uno spazio aperto all’incontro tra popoli, un luogo simbolo per la Pace e per la fratellanza. Non senza qualche malumore, anche i famigliari di don Rossaro sostennero il cambiamento. Renato, nipote del fondatore, in una dichiarazione del marzo 1961 affermò che l’operato della Reggenza rappresentava una naturale evoluzione del pensiero dello zio. Ma le opposizioni non si placarono. Nel 1965 nacque addirittura un «Comitato di riconoscenza a don Rossaro» che denunciava lo spostamento come un atto irrispettoso.
La Reggenza replicò con un comunicato pubblico, ribadendo la legittimità del proprio operato. Del resto i membri dell’organismo che guidava la Campana erano stati nominati dallo stesso fondatore, e nessun documento vincolava Maria Dolens a una sede fissa.
La polemica non si placava, c’era un solo modo per coprire quel rumore di fondo, tornare ad ascoltare la voce di Maria Dolens, rimasta muta troppo a lungo. Il 1° ottobre 1964, nella fonderia Capanni di Castelnuovo, andò in scena la terza fusione. Il bronzo colò nel calco nel silenzio più assoluto, troppe erano state le delusioni in passato. Al termine delle operazioni emerse un gigante in bronzo che pesava 22.639 chilogrammi, con un’altezza e un diametro rispettivamente di 3,36 e 3,21 metri, un battaglio di 600 chilogrammi e un ceppo di 10.300. Era nata la nuova Campana, la più grande del mondo suonata a distesa. Realizzata con i bassorilievi originali di Stefano Zuech, la Maria Dolens presentava un aspetto più sobrio delle precedenti: eliminate le scritte interne, restavano solo le parole di Pio XII e di Giovanni XXIII accanto ai versi poetici incisi dal fonditore.
