ACCADE ALL’ONU
GIORNATA MONDIALE DELL’ACQUA

 

Certe volte bisogna andare fino in fondo. Guardare cosa c’è sotto, cercare tesori nascosti. La Giornata mondiale dell’acqua, per esempio, quest’anno richiede uno sforzo da visionari: immaginare giacimenti sotterranei, invisibili, e soprattutto l’impatto che possono avere sulla vita del pianeta, quella di superficie, che abbiamo davanti agli occhi ogni giorno. Non è facile ma è necessario, perché quasi tutta l’acqua dolce nel mondo si trova sotto terra. Non solo, le conseguenze del cambiamento climatico rendono il suo reperimento sempre più complesso e la conservazione più critica.

«Tutti gli esseri umani devono avere accesso a un’acqua dolce sicura», questo dicono le carte dei diritti, gli obiettivi delle Nazioni Unite e anche il senso comune. Ma non è così, e non ci siamo nemmeno vicini. Qualche numero per chiarire la situazione: 2,2 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua potabile, il 26 per cento della popolazione mondiale non dispone di servizi igienico-sanitari di base, il 10 per cento consuma cibo irrigato da acque reflue e oltre 430.000 persone muoiono ogni anno per diarree causate da carenze di questo tipo.

Il 26 per cento della popolazione della Terra non dispone di servizi igienico-sanitari di base

Stiamo facendo abbastanza per evitare tutto questo? Forse no, ma intanto dal 1993, il 22 marzo, gli Stati che siedono all’interno dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite sono invitati alla promozione dell’acqua attraverso «attività concrete». Dal 2005 anche diverse di Organizzazioni non governative utilizzano questa ricorrenza come momento per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione, con un occhio di riguardo alla sostenibilità degli habitat naturali acquatici. Inoltre, a partire dal 1997, ogni tre anni il World Water Council, organismo non governativo internazionale creato nel 1996 come piattaforma degli specialisti del settore, convoca un World Water Forum per dibattere intorno ai problemi locali e regionali. Questioni che non possono essere risolte senza un accordo quadro tra gli Stati con obiettivi e strategie comuni. Il prossimo, il nono, è in programma a Dakar tra il 21 e il 26 marzo.

Ma non ci sono solo le questioni globali, grandi ma lontane. Ci sono anche i comportamenti quotidiani, piccoli e vicini. E visto che i grandi fanno fatica a cambiare abitudini, molti programmi puntano sull’educazione dei bambini. Numerose scuole elargiscono consigli pratici che possono fare la differenza. Cose semplici, come fare una doccia anziché il bagno, lavarsi le mani insaponandole a secco e sciacquarle solo dopo averle strofinate, assicurarsi di chiudere bene i rubinetti, riempire qualche bottiglia e metterla in frigo invece di “far scorrere” l’acqua aspettando che diventi fredda. La speranza è che i piccoli imparino e soprattutto che abbiano la pazienza di insegnarlo ai grandi.

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