STORIE DI TRENTINI NEL MONDO
Abbiamo chiesto ad alcuni discendenti di trentini emigrati di raccontare le loro storie in prima persona, ponendo l’accento su quanto la loro origine li abbia indirizzati e influenzati nella vita. Questo non sarebbe stato possibile senza l’attiva e amichevole collaborazione dell’Associazione Trentini nel Mondo, nata nel 1957 con finalità di solidarietà sociale e come strumento di aggregazione e assistenza per i migranti trentini e per i loro discendenti. Il personaggio che presentiamo in questo numero è Debora Regina Daros, nata in Brasile e originaria delle terre trentine.
Sono Debora Regina Daros, sono nata a Blumenau, ma vivo a Gaspar, in Santa Catarina, in Brasile. Ho 51 anni, sono artista plastica, insegnante di arte nella rete scolastica comunale di Gaspar, madre di Enzo, un adolescente di 18 anni, e collaboratrice nella divulgazione e preservazione della lingua e cultura italiana del Circolo Trentino di Gasparin.
Durante la mia infanzia, ho avuto la fortuna di avere due nonni, uno italiano e uno tedesco, con poca istruzione accademica ma con un grande repertorio culturale, che mi hanno fatto apprezzare le piccole cose della vita, come osservare le stelle, la natura, ascoltare e cantare canzoni folkloristiche, avere fede, contemplare l’architettura, la scultura, la pittura, la grafica, la fotografia e soprattutto ascoltare le storie dei nostri antenati. Preziosità che sicuramente hanno influenzato il mio repertorio e la mia poetica artistica e culturale.
Da piccola sono sempre stata interessata ad attività manuali. Sono figlia di una sarta e nel laboratorio di cucito di mia madre trascorrevo ore a giocare e a inventare cose con i ritagli. Disegnavo sempre con il mio nonno Domingos, che era muratore, ma aveva un meraviglioso senso estetico. Più tardi, già alle scuole medie, ho riscoperto il mio amore per il disegno, in una prima fase come un gioco. Poi ho partecipato a un atelier della mia scuola e fu allora che decisi di iscrivermi all’università per studiare arte. Ho frequentato il corso di arti plastiche all’Università Federale del Paraná a Curitiba, dove ho avuto il privilegio di avere un corpo docente di alto livello. In quel periodo ho deciso di ricercare e scoprire le mie radici italiane. Attraverso interviste agli zii, poiché i miei nonni erano già deceduti, ho scoperto le origini trentine dei miei bisnonni: Vallarsa (Riccardo Gioacchino Piazza), Besenello (Domenico Giacobbe Gezzele), Borgo Valsugana (Elisa Marchi).
La prima foto che ho visto del Trentino era sulla rivista «Trentini nel Mondo», nella quale si vedeva la Vallarsa, terra del mio bisnonno Piazza. Mi è stata mostrata da mia zia. È stata passione a prima vista. Ho deciso di realizzare il mio sogno: avrei parlato italiano, poiché purtroppo i miei non ci avevano insegnato il dialetto, e avrei visitato l’Italia.
Nel 2004, ho messo piede per la prima volta in terra italiana. L’emozione ha travolto il mio cuore. Essere in Italia, Paese che i miei tanto amavano e che non avevano mai avuto l’opportunità di visitare, era un momento di gratitudine verso tutti gli antenati per aver fatto sì che questo amore fosse preservato per tante generazioni. Nel 2005, ho avuto l’opportunità di partecipare al Soggiorno Formativo della Provincia Autonoma di Trento, che sicuramente è stata una delle tappe più importanti della mia vita professionale, poiché ha rafforzato la poetica affrontata nel mio stile artístico, incentrato sulla possibilità di unire l’arte e le mie memorie affettive.
Dal 2014, ho deciso di ampliare le mie pitture. Da supporti piccoli sono passata ai murales, un modo per democratizzare l’arte e condividerla con un pubblico più ampio. Il primo murale è stato realizzato sul viadotto Paulo Wehmuth, intitolato Specchio della Memoria (2014), in riferimento all’architettura tedesca. In questo caso ho utilizzato la tecnica della fotografia stampata su mosaico di vetro. Nel 2015, con il supporto del bando della Trentini nel Mondo “Memorie” e del Circolo Trentino di Gasparin, ho realizzato un murale in omaggio ai 140 anni di immigrazione trentina e italiana in Brasile. Il lavoro copre un’area di 15 metri quadrati, utilizzando come soggetto una coppia di immigrati con due figlie, oltre a varie figure che simboleggiano l’immigrazione e l’amore di questi immigrati per il nuovo mondo. Il murale è realizzato con tecniche di pittura acrilica, spray e stencil applicato sulla parete. Nel 2022, sempre con il supporto della Trentini nel Mondo e del Circolo trentino di Gasparin, ho realizzato il murale Le Nonne di 200 metri quadrati, un omaggio all’importanza delle donne durante la grande immigrazione e anche all’interno delle comunità che hanno contribuito a formare, garantendo la continuità delle tradizioni italiane. Ho utilizzato come riferimento fotografie di donne trentine di diverse comunità impegnate in varie attività. Entrambi i murales sono stati realizzati nei dintorni della Cappella Santo Antônio, che fa parte del percorso turistico denominato «Villa d’Italia».
Nel 2021 ho creato un uovo gigante (2,50 metri di altezza e 1,80 metri di diametro) per la 13ª Osterfest (Festa di Pasqua) di Pomerode, sul tema «Bellezze d’Italia per Eier Parade». È stato messo a disposizione del Consolato Generale d’Italia a Curitiba per esposizioni in vari luoghi e oggi si trova a Villa d’Italia.
Sono molto felice che tutti questi lavori artistici legati alla grande immigrazione italiana abbiano già ricevuto la visita di migliaia di persone e studenti della rete scolastica di Gaspar e della regione, promuovendo la divulgazione di questo tema così importante per la nostra memoria culturale. Sto preparando nuove opere per i 150 anni di immigrazione italiana in Santa Catarina, nel 2025, con l’obiettivo di mantenere viva l’attenzione su questo tema affinché le nuove generazioni abbiano consapevolezza delle proprie origini, le rispettino e le valorizzino.

Debora Regina Daros

Debora Regina Daros e il suo uovo gigante

Debora Regina Daros e «Le nonne»

Debora Regina Daros e «Le nonne» (particolare)

Il murale sull’ immigrazione (particolare)