ACCADE AL CONSIGLIO D’EUROPA

Un ambiente pulito, sano e sostenibile è un diritto umano universale. Lo dicono le Nazioni Unite e lo ribadisce il Consiglio d’Europa. Sembrerebbe scontato ma non lo è, e soprattutto non lo è stato negli scorsi decenni, che hanno lasciato un’eredità pesante sul piano dell’inquinamento globale. «Il nostro obiettivo è una “lettura in chiave ecologica“ della Carta europea dell’autonomia locale, ossia un’interpretazione delle sue disposizioni nella prospettiva della tutela ambientale, nonché il rafforzamento della posizione degli enti locali e regionali nel processo decisionale in materia ambientale», ha detto il portavoce del Congresso per i diritti umani, Harald Bergmann (Paesi Bassi), riferendosi al rapporto adottato dalla Commissione di Monitoraggio in occasione della sua recente riunione a Istanbul. Il testo sarà discusso dal 25 al 27 ottobre prossimi durante la 43a Sessione del Congresso.

Bergmann definisce questo riconoscimento «una svolta cruciale che dimostra l’urgenza di un’azione collettiva, a ogni livello di governo, per proteggere il nostro ambiente e combattere il cambiamento climatico».

Una lettura in chiave ecologica della Carta europea dell’autonomia locale

La questione centrale consiste nel riconoscere che un ambiente sano e sicuro è una condizione preliminare indispensabile per garantire il godimento dei diritti umani e nel ricordarsi che nell’obiettivo si può raggiungere solamente attraverso responsabilità condivise. Per questo il Congresso propone di elaborare un Protocollo addizionale alla Carta, destinato a garantire una governance locale in materia ambientale e a sensibilizzare gli enti locali. Inoltre, per aiutare gli enti territoriali e le loro amministrazioni, il Congresso sta preparando un terzo volume della collana dei Manuali sui diritti umani destinato agli eletti che sono più a contatto con le esigenze del territorio. Un testo dedicato specificatamente all’ambiente e allo sviluppo sostenibile, che sarà pubblicato nell’ottobre 2022.

Un riconoscimento importante dunque. Una condizione necessaria ma non sufficiente, come si diceva studiando matematica quando si verificava l’assenza di qualcosa, di un elemento che potesse tramutare un intento in una realtà. Anche in questo caso il teorema è bene avviato, ma è ancora incompleto. Mancano le norme, è vero, ma soprattutto manca la volontà politica di applicarle, almeno in determinate aree geografiche. Quello fornito dal Consiglio d’Europa è un ottimo strumento, che verrà ulteriormente perfezionato nei prossimi mesi, poi bisognerà vigilare perché non rimanga lettera morta.

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