GIUSEPPE NESI

I conflitti nascono quasi sempre da diseguaglianze, tanto nei rapporti tra individui o gruppi quanto nei rapporti tra Stati. Non è un caso se nella Carta dell’Onu e in moltissime Costituzioni contemporanee, il principio dell’eguaglianza è posto alla base della convivenza tra Stati e tra individui. A volte si dà per scontato che l’eguaglianza sia un dato di fatto, come succede per la sovrana eguaglianza degli Stati secondo la Carta di San Francisco o secondo quanto sancito dall’articolo 3 della Costituzione italiana; molto più spesso si tratta invece di un obiettivo da raggiungere.

È ormai pacifico e riconosciuto dagli stessi protagonisti, che per troppo tempo un gruppo ristretto di Stati non ha tenuto conto della necessità di combattere le diseguaglianze. Anzi, i comportamenti tenuti da questi Stati sono spesso risultati decisivi per la realizzazione di fenomeni deprecabili, e da tutti ora condannati, quali la colonizzazione. Osservando la realtà si ha però l’impressione che in alcune parti del mondo il processo di colonizzazione e di sfruttamento delle risorse naturali di intere popolazioni e territori continui, sotto altre forme e con modalità diverse dal passato, stia causando nuove diseguaglianze. Allo stesso modo, all’interno degli Stati, si ampliano le sacche di diseguaglianze tra individui e gruppi, con conseguenze spesso gravi e con il moltiplicarsi di conflitti e di situazioni di grave tensione all’interno di una stessa popolazione.

È in quest’ottica che occorre inquadrare quanto avvenuto soprattutto negli ultimi venti anni nell’ambito delle Nazioni Unite dove la lotta alle diseguaglianze va di pari passo con il concetto di sviluppo sostenibile.

Se una volta si riteneva che i soli strumenti idonei a favorire la cooperazione multilaterale fossero i trattati, ormai da diversi anni alle Nazioni Unite si promuovono invece negoziati su documenti che, pur non avendo valore vincolante, indicano comportamenti, principi, valori che dovrebbero essere condivisi dall’intera membership, e tra questi certamente ci sono la lotta alle diseguaglianze e lo sviluppo sostenibile. Sono anche questi i temi affrontati dai Millennium Development Goals e dai Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite.

Quale luogo sarebbe stato più idoneo della Fondazione Campana dei Caduti di Rovereto - luogo simbolo della promozione degli ideali della Pace e della coesistenza pacifica - per organizzare un incontro vertente proprio su questi temi? L’incontro ha visto come protagonisti due esperti, la professoressa Angelica Bonfanti, dell’Università di Milano, e il Ministro Gianluca Alberini, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che hanno trattato, con prospettive e tagli diversi, i temi all’ordine del giorno.

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