L’era “moderna” della Campana inizia con Pietro Monti, Reggente dal 1984 per quasi venti anni. La sua visione fu chiara: i simboli vivono solo se sanno rivolgersi alle persone di ogni tempo. La Campana dei Caduti, sotto la sua reggenza, ha imparato a parlare non solo ai reduci delle battaglie, ma anche agli operatori di Organizzazioni non governative di ogni luogo, ai mediatori di Pace nei Balcani, ai leader di qualsiasi religione, ai giovani che guardavano alla globalizzazione come sfida e rischio. Il rintocco quotidiano della Campana, da allora, non è più soltanto un richiamo al passato, ma un invito a leggere il presente alla luce dei diritti, del dialogo e della convivenza tra i popoli.
Dopo di lui è stata la volta di Alberto Robol, eletto il 10 luglio del 2003 e in carica fino al 2020, che ampliò ulteriormente la prospettiva internsazionale della Campana, ottenendo il riconoscimento di osservatore presso le Nazioni Unite e presso il Consiglio d’Europa, e realizzando la sede che attualmente ospita Maria Dolens. Fu lui stesso a sintetizzare la sua visione: «Se la Campana è la Campana della Pace, Pace significa anche giustizia, difesa dei diritti umani, solidarietà internazionale, cooperazione.
La Campana non è un nostalgico ricordo della città di Rovereto, ma è la ragione stessa della comunità di Rovereto in cammino, di una città che ha saputo crescere secondo le ragioni dello spirito, in una continua ricerca in campo umano e culturale. Anche la Campana incarna questa continua volontà di ricerca orientata verso valori sempre più alti e in una dimensione universale, seguendo il binomio memoria-speranza».
L’attuale Reggente della Fondazione è l’ambasciatore Marco Marsilli che, anche grazie all’esperienza accumulata durante decenni di attività diplomatica svolta in diversi Paesi, sta indirizzando l’attività verso un approccio pragmatico, basato sull’attenta e profonda analisi delle questioni internazionali alle quali seguono delle proposte concrete per la risoluzione delle crisi. Al tempo stesso Marsilli ha intensificato i rapporti con le istituzioni locali per garantire una maggiore presenza della Fondazione sul territorio. Questo doppio binario, fatto di slancio internazionale e impegno locale si ritrova nella linea editoriale del mensile «La Voce di Maria Dolens», fortemente voluto dal Reggente e pubblicato on line gratuitamente in italiano e in inglese proprio per raccontare quello che accade sul Colle di Miravalle e al tempo stesso per riflettere sulle crisi mondiali.