STORIE DI TRENTINI NEL MONDO
EDI MATTUELLA DEBENETTI DA MEZZOLOMBARDO AL BRASILE

 

Abbiamo chiesto ad alcuni discendenti di trentini emigrati di raccontare le loro storie in prima persona, ponendo l’accento su quanto la loro origine li abbia indirizzati e influenzati nella vita. Questo non sarebbe stato possibile senza l’attiva e amichevole collaborazione dell’Associazione Trentini nel Mondo, nata nel 1957 con finalità di solidarietà sociale e come strumento di aggregazione e assistenza per i migranti trentini e per i loro discendenti. Il personaggio che presentiamo in questo numero è Edi Mattuella Debenetti, nata in Brasile e originaria delle terre trentine.

Una storia come tante altre, ma che racconta un mondo distante e allo stesso tempo vicino, il tempo presente e anche il passato e come tutto questo messo insieme crei il legame con la terra d’origine dei nostri antenati.

Mi chiamo Edi Mattuella Debenetti, sono nata e vivo a Garibaldi nello stato del Rio Grande do Sul, in Brasile. Sono cresciuta in campagna e alla età di dieci anni sono andata studiare “fuori”. Devo dire che no ho mai lasciato la campagna definitivamente perché tutta la famiglia era lì: il mondo della campagna è sempre presente, fino ad oggi.

Papà, Dovilio Mattuella, di origini trentine, di Mezzolombardo, la mamma Norma Brigolini, di origini venete (Padova), hanno sempre desiderato che noi, i loro sette figli, tre fratelli e quattro sorelle, studiassimo: un percorso indispensabile per avere un futuro migliore.

Mi sono laureata in Servizio Sociale, all’Università di Caxias do Sul (Rio Grande do Sul). E poi ho lavorato per lo Stato, dove ho avuto opportunità di fare tante cose nel mondo dell’assistenza sociale. Nel 1983, ho sposato Nestor José Debenetti anche lui di origini venete (Padova e Venezia): abbiamo tre figli, Bruno, Marina e Pedro.

Negli anni ‘90 mio fratello Edmar Mattuella ha cominciato a fare ricerche sulle origini della nostra famiglia. Ha anche fatto un viaggio con il papà e la mamma in Italia. Quando sono ritornati hanno cominciato a incentivare tutti noi a conoscere il Bel Paese da dove erano partiti i nostri bisnonni. Così sono entrata anch’io, prima conoscendo e poi studiando e aiutando, nel Circolo trentino di Garibaldi, fondato nel 1993 e del quale mio fratello Edmar è stato il primo presidente.

Passati alcuni anni durante i quali abbiamo studiato un po’ l’italiano e la storia della nostra famiglia e della nostra gente, abbiamo capito che il Circolo trentino, del quale sono stata poi presidente per molti anni, oltre a organizzare iniziative di ritrovo per la comunità di origine trentina di Garibaldi, doveva pensare e realizzare progetti che mantenessero vive la storia e cultura dei nostri antenati.

Cosi è nata l’idea di registrare la memoria architettonico-religiosa della «Colônia Conde D’Eu», una delle aree nelle quali si insediarono gli emigrati trentini verso la fine del 1800 e sulla quale è poi sorta la città di Garibaldi, con l’obbiettivo di documentare e salvaguardare i segni della fede lasciati dagli immigrati. Il progetto si è concretizzato in un libro, intitolato Perto das estrelas (Vicino alle stelle), curato dal Circolo trentino di Garibaldi.

Oltre quattrocento pagine raccolgono descrizioni e foto delle chiese, delle cappelle, dei capitelli e delle grotte che si trovano sui territori dei comuni di Garibaldi, Carlos Barbosa, Imigrante, Boa Vista do Sul, Coronel Pilar e Santa Tereza. Sono costruzioni realizzate nel periodo fra il 1875, data dell’arrivo dei primi immigrati trentini insieme con padre Bartholomeu Tiecher (originario di Caldonazzo), e il 1959.

Come Circolo trentino di Garibaldi con questo lavoro, fotografando e catalogando quelle strutture, abbiamo voluto valorizzarle, perché, in qualche maniera, mostrano la sequenza evolutiva e naturale della nostra storia. Preghiere e devozioni per le quali quelle strutture sono state costruite si sono quasi perdute nel tempo, ma chiese, cappelle e capitelli restano preziose testimonianze della forza spirituale dei nostri antenati, che nella loro grande povertà, hanno voluto e saputo dare dimostrazione che amavano la bellezza.

Per noi il valore del libro va ben oltre quello della pur importante catalogazione di luoghi devozionali, costruiti dagli emigrati di origine italiana, perché accanto alle numerose informazioni frutto di un accurato lavoro di ricerca su documenti e fonti orali, il libro mette in risalto la profonda religiosità che ha animato e sostenuto gli emigrati arrivati qui. Quello che si trova nel libro è per noi l’eredità più bella che ci hanno lasciato e che noi dobbiamo tramandare alle future generazioni. Anche per questo l’Associazione Trentini nel mondo ha prodotto un video che presenta il libro e i suoi artefici, attraverso immagini e interviste girate a Garibaldi. Il video è visibile a questo link.

Nel libro, che ricorda il primo cinquantenario della colonizzazione di questa parte del Brasile, si legge che il 21 di marzo del 1876, improvvisando un altare con casse e bauli, in mezzo alla strada, don Bartholomeu Tiecher ha celebrato la prima messa nella Colônia Conde D’Eu. La fede è stata un elemento che ha dato forza ai nostri avi e la cappella che costruirono divenne il punto centrale d’incontro delle famiglie, il luogo di aggregazione e confronto dal quale ha preso le mosse lo sviluppo della città.

Abbiamo imparato che conoscendo il nostro passato, possiamo costruire un futuro che conservi la nostra identità. La fede irremovibile e il lavoro dall’alba al tramonto, sono stati fondamentali, hanno sostenuto e promosso il progresso che oggi possiamo vivere.

Bisogna rispettare i valori che ci hanno lasciato e mantenere viva la nostra storia.

Edi Debenetti sul pulpito della Chiesa di Garibaldi, nello stato del Rio Grande do Sul, in Brasile

La copertina del libro Perto das estrelas (Vicino alle stelle), curato dal Circolo trentino di Garibaldi

La famiglia di origine di Edi Debenetti

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