ACCADE ALL'ONU
GIORNATA INTERNAZIONALE DELL’EDUCAZIONE

 

L’educazione si nota quando non c’è, quando qualcuno è “male educato”, che in pratica significa che non si sa relazionare con gli altri. E questo è il problema, se non sai leggere il mondo non capisci che cosa ti dicono, ti sfugge quello che succede, magari ti chiudi in te stesso, cominci a pensare di avere sempre ragione, tutto quello che non va nel verso giusto dipende da un destino cinico e baro o, ancora più facile, da qualcuno che ti vuole male e ti ostacola, probabilmente perché è invidioso. Di solito non è così, ma te ne accorgi solo se leggi, risolvi qualche problema di matematica, ti informi, ascolti. In Occidente bisogna semplicemente scegliere di farlo. È vero, anche nei Paesi più sviluppati ci sono sacche di popolazione che hanno difficoltà ad accedere all’istruzione per questioni legate al basso reddito o a un contesto sociale svantaggiato, ma nella maggior parte dei casi la possibilità di studiare è garantita, senza distinzione di genere, di ceto sociale, di religione o di qualsiasi altro tratto distintivo. Nel resto del mondo la situazione è molto diversa. Sul pianeta Terra, in questo momento, ci sono circa 258 milioni di bambini e giovani che non frequentano la scuola e 617 milioni di bambini e adolescenti che non sanno leggere o affrontare problemi di matematica di base. Ma non c’è uguaglianza nemmeno tra gli svantaggiati e le discriminazioni sono quasi sempre legate al genere: nell’Africa subsahariana meno del 40 per cento delle ragazze completa la scuola secondaria inferiore.

Inoltre sono circa quattro milioni i bambini e i giovani rifugiati che non vanno a scuola.

L’istruzione è un diritto umano, un bene pubblico, è una responsabilità pubblica, non solo perché a tutti va data la possibilità di migliorare il proprio stato sociale e intellettuale, ma anche perché senza un’istruzione di qualità inclusiva ed equa i Paesi meno sviluppati non riusciranno a spezzare il ciclo di povertà che sta lasciando indietro milioni di persone. L’Occidente, da parte sua, continuerà a subire le conseguenze indirette del fenomeno sotto forma di migrazioni massicce. E non ci sono muri che possano fermare genitori disperati che non hanno cibo da dare ai figli.

Per affrontare la questione in modo continuativo e organico nel 2018 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 24 gennaio Giornata internazionale dell’educazione. L’idea che c’è dietro è semplice e fondamentale: senza educazione non c’è sviluppo e senza sviluppo non c’è Pace. L’Occidente dovrebbe investire in educazione in tutto il mondo a scopo filantropico e anche perché conviene. Non si tratta di essere “buoni”, ma di ragionare in termini pratici. Di farsi due conti. In effetti è utile saper far di conto.

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