ACCADE AL CONSIGLIO D’EUROPA

 

In un giorno qualsiasi, senza nemmeno pensarci, ognuno di noi ha rivendicato un diritto garantito dal Consiglio d’Europa. Gli esperti lo sanno e lo ripetono nei loro interventi pubblici, i cittadini meno. Il problema è come trasferire il dibattito dai tavoli delle conferenze a quelli delle cucine. Dalle dissertazioni dotte alle discussioni casalinghe. Questo è l’obiettivo delle Giornate speciali organizzate in tutto il continente per spiegare non solo cosa fa di preciso il Consiglio d’Europa, ma anche come il lavoro che viene svolto influisce direttamente nelle nostre vite, ogni giorno.

Giornate speciali organizzate per spiegare come il lavoro che si fa a Strasburgo influisca sulla nostra vita quotidiana

In un evento organizzato per i 75 anni del Congresso dell’Aia, Barbara Oomen, professoressa di diritti umani all’Università di Utrecht e presidente della HZ University of Applied Sciences, ha dimostrato quanto sia significativo l’impatto dell’Assemblea di Strasburgo nella difesa di diritti che molti danno per scontati nel nostro continente. «Negli ultimi decenni i diritti di ogni singola persona dei 46 Stati membri sono stati rafforzati: si tratta di giornalisti, di bambini in casi di divorzio, o di quanti fanno affidamento sul diritto a un processo equo», ha sottolineato Oomen. «In un giorno qualunque, una famiglia normale con figli che frequentano una scuola religiosa, è tutelata dal diritto all’istruzione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Un uomo preoccupato per la sua privacy è protetto dall’articolo 8 della Convenzione europea. Una persona con problemi psichiatrici ha diritto a una valutazione indipendente in virtù di una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo», ha spiegato.

Negli ultimi decenni i diritti di ogni singola persona dei 46 Stati membri sono stati rafforzati

A volere essere pignoli l’esperta ha citato solo alcuni dei casi nei quali esercitiamo diritti senza sapere esattamente chi ce li garantisce. L’istruzione, l’assistenza sanitaria e l’alloggio, le modalità attraverso le quali possiamo esprimere le nostre opinioni, quelle con le quali partecipiamo alla vita sociale o trascorriamo il nostro tempo libero e altri aspetti ancora del nostro vivere quotidiano sono regolati e tutelati a livello sovranazionale dal Consiglio d’Europa.

Le Giornate speciali, dunque, servono proprio a «far sapere alle persone cosa fanno i loro diritti per loro». Ma non basta, i promotori dell’iniziativa sperano che gli eventi in programma in numerosi Paesi raggiungano diverse fasce sociali, associazioni e individui con posizioni politiche anche lontane tra loro in modo che aumenti il numero di chi è motivato a partecipare, a organizzare iniziative, a dare visibilità ai nostri diritti e libertà fondamentali e all’impatto positivo che ha il Consiglio d’Europa nel garantirli.

La speranza è che a nessuno serva di reclamare un diritto perché gli viene negato. La certezza in qualche Convenzione è scritto nero su bianco che tutti possiamo farlo.

 

Barbara Oomen, professoressa di diritti umani presso l’Università di Utrecht

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