L’EX REGGENTE ALBERTO ROBOL DONA ALLA FONDAZIONE 10 OPERE DI LUIGI CAPRIOTTI

 

Alla Campana dei Caduti da qualche giorno ci sono dieci angeli. In realtà da decenni ce ne sono diversi che lavorano tutti i giorni per la Pace anche quando sembra che non ci sia più nessuna speranza, ma i dieci appena arrivati sono sculture. Prima di stabilirsi in Trentino le opere di Luciano Capriotti, in arte Capri Otti, hanno fatto tappa a Strasburgo per una mostra al Consiglio d’Europa, ed è lì che il senatore Alberto Robol, ex reggente della Fondazione, le ha incontrate nel 2000.

Lo ha raccontato lui durante la cerimonia di donazione che si è svolta il 20 aprile scorso sul Colle di Miravalle. «Tutto è iniziato con un gesto di cortesia. Un funzionario di quelli intelligenti, Giovanni Baiocchi, mi ha pregato di entrare a dare uno sguardo alle opere. L’ho fatto per cortesia istituzionale, ma poi sono rimasto impressionato. Ho visto un angelo e li ho comprati tutti, a condizione che fossero consegnati nella mia baita del Moietto». È lì, a 930 metri di altitudine (come tiene a sottolineare quando lo racconta agli amici), che qualche settimana dopo è arrivato un camioncino carico di bellezza.

Chi lo conosce bene non si è stupito di quel gesto perché Robol è sempre stato un uomo di visioni mirabolanti, grandi slanci e spiccata generosità. La stessa generosità che lo ha portato a donare le opere alla Fondazione, il luogo ideale per conservarle e mostrarle al maggiore numero di persone possibile.

La cerimonia si è svolta sabato 20, alla presenza dell’artista, Luciano Capriotti, della Sindaca di Rovereto, Giulia Robol, del segretario della Fondazione, Paolo Mirandola, che ha letto l’atto ufficiale, e dell’Ambasciatore della Ucraina presso la Santa Sede, Andrii Yurash, grande amico dello scultore, ma soprattutto della Pace. Tutti sotto lo sguardo attento del padrone di casa, il Reggente, l’Ambasciatore Marco Marsilli, che ha aperto i lavori ringraziando tra gli altri il funzionario europeo artefice dell’incontro, che nel frattempo si è trasferito alla Commissione esteri e difesa del Senato e che non è voluto mancare all’evento.

Dopo la consueta ed emozionante introduzione del Minicoro di Rovereto, diretto dall’instancabile Maestro Gianpaolo Daicampi, è stato lo stesso Marsilli ad aprire i lavori ringraziando il suo predecessore per avere sempre fornito a chi lo conosce «spunti per coltivare la speranza». È seguito il saluto della Sindaca, che non si è limitata a un intervento di circostanza, ma ha anche accennato alla sua esperienza personale con «zio Alberto». È toccato poi all’artista illustrare il senso di un’opera che nel tempo ha cambiato nome seguendo il divenire degli eventi. Dapprima le dieci statuine erano state chiamate Angeli della Passione, ma questa rivisitazione dei capolavori berniniani che dominano Ponte sant’Angelo a Roma è stata ribattezzata recentemente Angeli del tempo di guerra. Ognuno di questi bronzetti a “cera persa”, unico e irripetibile, «porta con sé uno strumento della Passione di Cristo, uno simbolo del dolore inflitto all’innocente, che in questa reinterpretazione contemporanea diventa simbolo delle sofferenze causate nelle guerre che non hanno confine e non hanno fine».

Ma i doni non sono finiti lì. Anche l’Ambasciatore Yurash, infatti, ha voluto lasciare un segno sul Colle di Miravalle regalando alla Fondazione un’altra opera di Capriotti, realizzata nel 2023: la Colomba del tempo di guerra. Si tratta di un lavoro in ceramica invetriata, materiale scelto perché è molto delicato. Nel petto, tra le ali aperte, il fragile simbolo della Pace mostra una profonda ferita prodotta da un frammento di missile russo lanciato sulla città ucraina di Kharkiv. Quella piccola scheggia provoca un dolore grande. La colomba soffre, patisce, sopporta, ma non è morta e soprattutto, sottolinea l’artista, «ha in sé la vitalità per rimarginare quella terribile ferita». Forse anche per questo il luogo giusto dove conservarla è il Colle di Miravalle, un posto dove, come ha sottolineato l’Ambasciatore Yurash, avvengono cose che «ci aiutano a trovare la forza per continuare a credere nel futuro».

Luciano Capriotti, Colomba del tempo di guerra (2023)

L’ex Reggente Alberto Robol durante una missione a Ginevra presso la sede delle Nazioni Unite

Un momento dell’incontro alla Campana che si è svolto il 20 aprile scorso. Da destra il Maestro Luciano Capriotti, la sindaca di Rovereto Giulia Robol, il Reggente Marco Marsilli, l’Ambasciatore dell’Ucraina presso la Santa Sede, Andrii Yurash, e il Segretario della Fondazione, Paolo Mirandola. Sullo sfondo l’ex Reggente, Alberto Robol, in collegamento da remoto.

Luciano Capriotti, uno dei 10 Angeli del tempo di guerra (2000)

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