ACCADE AL CONSIGLIO D’EUROPA
DIALOGO PERIODICO CON LE FORZE DEMOCRATICHE D’OPPOSIZIONE

 

Nei Paesi democratici entrare nelle liste che i partiti presentano agli elettori è un obiettivo ambito. Poi ci sono posti dove non si vota, dove governano monarchi di vario tipo. Ma esistono anche Nazioni nelle quali il solo gesto di candidarsi è un atto di coraggio. Uno di questi è la Bielorussia,  governata ininterrottamente dal 1994 dallo stesso presidente, Aljaksandr Lukašėnka, fortemente sostenuto da Mosca e praticamente inamovibile. Dopo l’invasione dell’Ucraina l’uomo forte di Minsk si è schierato ovviamente dalla parte di Putin, subendo pensati sanzioni economiche  e registrando la sospensione di tutte le relazioni con il Consiglio d’Europa.

Nel 2020 in questo Stato dell’Europa orientale, una specie di crocevia che confina a ovest con Polonia e Lituania, a est con la Russia, a sud con l’Ucraina e a nord con la Lettonia, si è votato. Il risultato è stato quello che tutti si aspettavano: Lukašėnka è stato confermato alla guida del Paese.   L’opposizione ha denunciato gravi brogli, e anche questo era atteso. La candidata dell’opposizione,  Sviatlana Tsikhanouskaya è dovuta fuggire in Lituania prima di spostarsi in Polonia dove lavora per una transizione non violenta che conduca a una democrazia reale a Minsk.

L’esito elettorale non è stato riconosciuto dai Paesi dell’Unione europea, ma finora la posizione di Bruxelles non ha portato a risultati concreti. Un primo passo, però, l’ha appena fatto il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, che ha deciso di tenere un dialogo periodico con i rappresentanti delle forze democratiche d’opposizione della Bielorussia.

Dopo le contestate elezioni che hanno visto la riconferma del presidente Lukašėnka la leader dell’opposizione Sviatlana Tsikhanouskaya ha dovuto lasciare il Paese

L’impegno è stato assunto a seguito di un proficuo scambio di opinioni tra i rappresentanti di Strasburgo e Tsikhanouskaya il 6 luglio scorso. L’organismo ha invitato la Segretaria generale, Marija Pejčinović Burić, a istituire un “Gruppo di contatto” in cooperazione con i rappresentanti delle forze democratiche bielorusse e della società civile. Questo Gruppo presenterà rapporti periodici sulle proprie attività.

Il presidente del Comitato dei Ministri, il ministro degli Affari esteri irlandese Simon Coveney, ha dichiarato che «nel quadro della sua Presidenza di turno, l’Irlanda ha assegnato la priorità al sostegno istituzionale per chi desidera costruire una Bielorussia democratica e libera, che collaborerà con i suoi partner europei alla protezione dei diritti umani e alla promozione dello Stato di diritto». Questa decisione, ha aggiunto, «consente di portare avanti tale mobilitazione in modo più sistematico». Gli ha fatto eco Tsikhanouskaya, sottolineando che la decisione appena assunta «consentirà di avere più Consiglio d’Europa in Bielorussia e più Bielorussia nel Consiglio d’Europa».

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