STORIE DI TRENTINI NEL MONDO
DA GAZZADINA A BUENOS AIRES
Sono Maria Andreolli, nata nella Provincia di Buenos Aires, Argentina. Ho 55 anni, sono sposata e madre di André, un adolescente di 18 anni. Far parte della prima generazione di trentini in Argentina fa sì che il mio cuore appartenga a due nazioni. Mio padre, Rinaldo, mi ha sempre trasmesso l’amore per quelle maestose montagne, per la polenta, i crauti, “la grappa” e canzoni meravigliose come La Montanara o Quel Mazzolin Di Fiori.
Mio padre arrivò in Argentina nel 1948, a soli 14 anni, insieme al padre vedovo e ai suoi due fratelli maggiori. Senza conoscere la lingua, senza aver terminato la scuola superiore e con la tristezza di aver lasciato la propria casa, la famiglia si stabilì nella Provincia di Córdoba. Dopo alcuni anni si trasferirono a Buenos Aires, ed è per questo che la mia infanzia l’ho trascorsa in gran parte nel Circolo trentino della città. Lì ho imparato l’italiano, organizzato eventi e partecipato a molti pranzi. Conservo bellissimi ricordi e amici cari di quel luogo.
Convinta che i sogni si realizzino, voglio condividerne alcuni dei miei, cominciando da quelli più recenti.
Da bambina sognavo di sposarmi in una estancia (una fattoria), circondata da campi, animali e alberi. Nel 2005, mi sono sposata con Rubén proprio in una estancia a San Antonio de Areco, città considerata la capitale della tradizione argentina, che sorge nella pampa un centinaio di chilometri a nord-ovest di Buenos Aires, e mio padre trentino non ha avuto problemi a vestirsi da gaucho.
Dalla nostra unione è nato nostro figlio, evento che spinse mio padre a tornare in Argentina per godersi i suoi nipoti. Già in pensione, voleva passare più tempo con la famiglia.
Inseguendo i miei sogni e trovando in Rubén un compagno di avventure, nel 2012 ci siamo trasferiti a Balneario Parque Mar Chiquita, una riserva naturale nella Provincia di Buenos Aires. Qui, circondata dalla natura, ho scoperto la mia nuova passione: scrivere storie per bambini. Così, nel 2014 è nato De Duendes y Gaviotas (Gnomi e gabbiani), un libro che parla dell’amore per la famiglia, del rispetto per l’ambiente e che insegna che i sogni si realizzano sempre. Poi sono seguiti altri libri e antologie. Oggi De Duendes y Gaviotas, grazie al supporto dell’Associazione Trentini Nel Mondo, ha la sua versione digitale in italiano.
Nel 2015, mentre presentavo il mio secondo libro, il sindaco di Mar Chiquita mi ha sorpreso nominandomi Ambasciatrice Turistica e Culturale. Sono diventata un difensore dell’ambiente, collaborando come volontaria con diverse organizzazioni. Nell’aprile del 2017 sono stata convocata a lavorare come direttrice della Cultura nel Comune, dove ho potuto creare progetti meravigliosi come la firma di un accordo di cooperazione tra l’Istituto di San Michele all’Adige e la Scuola Agraria Nicanor Ezeiza.
Nel 2020, insieme ad alcune amiche, abbiamo fondato un’azienda che produce giochi didattici per bambini (Bosque Encantado De Duendes y Gaviotas), destinati all’educazione ambientale. Ora, le mie storie sono accompagnate da una serie di prodotti che completano le presentazioni e i laboratori che vengono fatti nelle scuole, affinché sempre più bambini siano consapevoli dell’importanza di prendersi cura del pianeta.
Il mio primo sogno, quello di conoscere il Trentino, si è realizzato nel 1990 grazie al “Soggiorno Culturale” che in quegli anni veniva organizzato dalla Provincia autonoma di Trento. È stata un’esperienza meravigliosa, di cui conservo grandi ricordi. Nella mia memoria, sento ancora la voce di Rino Zandonai, direttore della Trentini nel Mondo, raccontarci la storia di Cappuccetto Rosso. In quel viaggio ho realizzato un altro sogno: visitare il Trentino mano nella mano con mio padre.
Nel marzo di quello stesso anno, infatti, mio padre era ritornato a Trento, dopo 41 anni in Argentina. La sua intenzione era di rimanere un anno, ma l’amore per la sua terra di origine lo trattenne per sedici. Con lui ho conosciuto Gazzadina, “la Capitale del Mondo”, come la chiamava lui. Abbiamo visitato la casa di famiglia, ascoltando le campane della chiesa della Madonna di Caravaggio, nello stesso modo in cui lui le ascoltava da bambino. Ho conosciuto i suoi amici e parenti, che mi hanno accolto come una figlia.
Nel 1996 a Buenos Aires mi sono laureata come Designer di abbigliamento, lavorando per diversi marchi di moda, come docente universitaria e redattrice di moda per una rivista.
Nell’inverno del 1997, decisi di realizzare un nuovo sogno: un viaggio a Trento per trascorrere il Natale, il Capodanno e il mio compleanno con la neve. In quella occasione ho provato a verificare se fosse possibile studiare in una scuola di Milano, ma i costi erano troppo alti e così dopo aver festeggiato il mio compleanno con amici, sono tornata in Argentina.
Siccome la vita ci dà sempre una nuova opportunità, il mio sogno di studiare in Italia si è realizzato molti anni dopo. Nel 2000, ho partecipato a un concorso riservato a designer del Mercosur (il mercato comune dell’America Meridionale) per studiare a Montevideo (Uruguay). Il “Post-grado Mercosur Design”, organizzato dal governo italiano, offriva ai professionisti dell’area una formazione di eccellenza. Sono stata selezionata e ho studiato per un anno. Nel giugno del 2001, con l’Argentina in crisi economica, mi è stato comunicato che avevo vinto una delle quattro borse di studio per un soggiorno in Italia. Sono stati cinquanta giorni di studio e nuovi sogni realizzati, come frequentare le migliori scuole di moda, partecipare a fiere internazionali, visitare aziende, vivere il Carnevale di Venezia, godere di Roma, Milano, Firenze e del mio Trentino. Rientrata a Buenos Aires, dopo due mesi sono stata convocata per un colloquio all’Ambasciata d’Italia. L’incontro è durato mezz’ora e la settimana successiva lavoravo già nell’Ufficio di Cooperazione, in un programma di assistenza tecnica per le PMI della Provincia di Buenos Aires. Sono stati sette anni di tanto lavoro e grandi successi.
Oggi, l’amore per le mie origini mi porta a essere impegnata in due progetti: il primo è un romanzo per adulti ispirato a mio padre, che spero di poter terminare presto. Rinaldo ha avuto una vita incredibile, con due migrazioni, in cui non sono mancati il dolore dello sradicamento e tanto coraggio e fino al suo ultimo giorno è stato un padre amorevole e un compagno instancabile, trasmettendomi i suoi valori e il suo ottimismo per la vita. Grazie ai ricordi delle nostre lunghe conversazioni e alle chiacchierate con i miei zii Luciano e Carla, ho scoperto stupendi racconti familiari. Spero che, una volta pubblicato, i lettori possano goderne tanto quanto io ne godo scrivendo.
L’altro impegno, è la carica di vicepresidente del Circolo dei Trentini nel Mondo di Mar del Plata, che ho assunto l’anno scorso quando è stata eletta la nuova Commissione direttiva, con il compito di mantenere viva la cultura e le tradizioni trentine.

Maria Andreolli

Maria Andreolli con il padre Rinaldo il giorno del matrimonio

Maria Andreolli durante una presentazione del suo libro De Duendes y Gaviotas

Maria Andreolli impegnata come ambientalista